a nuova delhi
Putin arriva in India con ministri e uomini d'affari. L'abbraccio di Modi
Il presidente russo è stato accolto all’aeroporto di Nuova Delhi dal premier indiano con un abbraccio sul tappeto rosso, in occasione della prima visita da quando ha ordinato l’invasione su larga scala dell’Ucraina. L'equilibrismo indiano tra le sanzioni di Trump e gli accordi commerciali e sulla Difesa con il Cremlino
Ieri Narendra Modi ha accolto Vladimir Putin all’aeroporto di Nuova Delhi con un abbraccio sul tappeto rosso, in occasione della prima visita del presidente russo in India da quando ha ordinato l’invasione su larga scala dell’Ucraina. Per le strade sono comparsi striscioni con la scritta “lunga vita all’amicizia tra India e Russia”, accanto alle immagini dei due leader mentre si stringono la mano, e gli indiani hanno iniziato a benedire la visita sin dai giorni precedenti con preghiere per il presidente russo, facendo circolare dei santini in cui lo trasformavano in una divinità indù. “L’amicizia tra India e Russia è un’amicizia collaudata che ha portato grandi benefici al nostro popolo”, ha detto il primo ministro indiano, che è rimasto quasi un’ora a parlare con Putin nella limousine prima di portarlo alla sua residenza per una cena privata per preparare il vertice di oggi, durante il quale sono attesi nuovi accordi commerciali nei settori dell’energia e della Difesa. E’ per questo che insieme a Putin sono arrivati nella capitale indiana anche il ministro della Difesa Andrei Belousov e una numerosa delegazione di imprenditori, tra cui sarebbero presenti anche alti dirigenti dell’agenzia di armi statale russa Rosoboronexport e i dirigenti delle compagnie petrolifere sanzionate Rosneft e Gazprom Neft.
In un’intervista a India Today, Putin ha detto che la Russia ha in programma di collaborare con l’India “nei settori più importanti: tecnologia all’avanguardia, esplorazione spaziale ed energia nucleare”. Per il capo del Cremlino, la visita di due giorni è un’occasione per mostrare di essere tutt’altro che isolato e che i tentativi americani di mettere pressione al leader indiano per far finire la guerra in Ucraina sono inutili, perché Modi “non è uno che cede alle pressioni”, l’India “è una grande potenza, non una colonia britannica. E tutti dovranno accettarlo”. Per il leader indiano invece la visita è una prova di equilibrio: ad agosto Trump ha imposto dazi del 50 per cento all’India come punizione per l’acquisto di petrolio russo e aver alimentato la “macchina da guerra” in Ucraina, e per mesi, l’India ha continuato a importare petrolio russo a prezzi scontati difendendo quella che ha definito la sua “autonomia strategica”. Pochi giorni dopo le sanzioni americane, Modi era andato nella città cinese di Tianjin per la Shanghai Cooperation Organisation per farsi ritrarre con Putin e Xi Jinping. Soltanto poche settimane fa le maggiori compagnie petrolifere indiane hanno smesso quasi del tutto di acquistare greggio russo, nonostante alcune raffinerie avrebbero già ripreso ad acquistare da entità russe non sanzionate . “Il nostro fatturato commerciale è rimasto pressoché allo stesso livello di prima”, ha detto ieri Putin a India Today, e la cooperazione energetica con Delhi “non è influenzata dalla guerra”.
Anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che il calo delle esportazioni di petrolio russo verso l’India sarà probabilmente “temporaneo”, perché la Russia starebbe elaborando con le “sue tecnologie” il modo per eludere le sanzioni occidentali. Già negli scorsi giorni sui giornali indiani si era parlato della possibilità di colmare il vuoto sul petrolio con gli accordi sulla Difesa: la Russia è il principale fornitore di armi dell’India, tra il 2020 e il 2024 il 38 per cento delle esportazioni di armi russe è stato destinato a Nuova Delhi e durante il vertice potrebbe essere annunciato l’acquisto di 280 missili per il sistema di difesa aerea S-400 e dei jet da combattimento Sukhoi Su-57. La Russia è “pronta a sostenere l’India nel suo percorso verso l’autosufficienza nel campo della produzione per la difesa”, ha detto ieri Belousov al suo omologo indiano. Sempre ieri, alcune fonti hanno riferito a Bloomberg che dopo dieci anni di colloqui, l’India pagherà circa 2 miliardi di dollari alla Russia per noleggiare un sottomarino a propulsione nucleare.