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editoriali
La cartolina di Putin a Trump dall'India
Il leader russo dice che con Witkoff si è annoiato e ripete: o il Donbas o più guerra
Vladimir Putin sta facendo uno dei suoi viaggi che lo fanno sentire un imperatore. Uno di quei viaggi da cartolina, da spedire ai nemici per mostrare che l’alleanza contro l’occidente è solida e florida. Putin è in India, è stato accolto dal premier Narendra Modi già in aeroporto. L’India è uno dei paesi, insieme alla Cina, che più acquista petrolio da Mosca, contribuendo a mantenere viva la macchina della guerra del Cremlino. Ma se contro la Cina gli Stati Uniti di Donald Trump non sono mai intervenuti, contro l’India hanno imposto sanzioni significative. Quindi il poter mostrare al mondo e alla Casa Bianca l’accoglienza fastosa riservatagli dagli indiani, ha messo Putin di buon umore e in vena di lunghe dichiarazioni.
Il capo del Cremlino ha rilasciato un’intervista a India today e non ha parlato soltanto dei suoi rapporti con Modi ma molto della guerra in Ucraina e dei negoziati che tengono in fibrillazione Washington. Putin ha detto che l’incontro di martedì con gli emissari di Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, è durato troppo ed è stato talmente noioso che il contenuto non sarebbe risultato interessante ai suoi intervistatori. Attorno a quell’incontro gli americani hanno costruito grandi aspettative e, mentre Putin parlava, a Miami una delegazione ucraina è andata a sentire le novità riportate da Witkoff in persona: non erano negoziati, solo un briefing in cui, stando a Putin, non c’era nulla da dire sulle cinque ore di incontro al Cremlino. Ancora una volta, Putin ha detto che non c’è negoziato ammissibile, vede come una perdita di tempo i viaggi degli emissari di Trump, i voli fra Mosca, Kyiv e Miami. Per Putin le cose sono chiare: nessun compromesso, gli ucraini devono lasciare tutto il Donbas a Mosca. Putin ha poi detto che la Nato è un problema sia per la Russia sia per l’Europa e mentre minacciava di continuare la guerra a ogni costo, diceva che i colloqui non vanno ostacolati, quando è lui a renderli impossibili rimanendo inamovibile: posizione necessaria per prepara il terreno per il futuro atto dell’invasione dell’Ucraina.