Ansa
Giustizialismo europeo
Fermati in Belgio Mogherini e Sannino. La macchina del “sono tutti colpevoli” è già in moto
Le indagini sull’ex Alto rappresentante e sull’alto funzionario della Commissione riguardano un’inchiesta per un presunto caso di frode, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto d’ufficio. Il Qatargate, il cui processo non è nemmeno iniziato, non ha insegnato niente. L'ironia dei russi
Bruxelles. Tre anni dopo il Qatargate, la lezione del garantismo europeo non è stata ancora appresa. L’ex Alto rappresentante Federica Mogherini e l’alto funzionario della Commissione Stefano Sannino sono stati fermati dalle autorità del Belgio su richiesta dell’Ufficio del procuratore europeo nell’ambito di un’inchiesta per un presunto caso di frode, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto d’ufficio. L’indagine riguarda la nuova Accademia diplomatica dell’Ue, finanziata dal Servizio europeo di azione esterna e affidata al Collegio d’Europa, di cui Mogherini è il rettore. Il corso della giustizia in Belgio può essere tortuoso, come ha dimostrato il Qatargate, il cui processo non è nemmeno iniziato. Ma la macchina del “sono tutti colpevoli e corrotti nell’Ue” è di nuovo in moto.
Perquisizioni e fermi di ex responsabili politici ed alti funzionari dell’Ue. Gli ingredienti per un nuovo “gate” ci sono tutti. L’Ufficio del procuratore europeo mattina ha perquisito la sede del Servizio europeo di azione esterna, di cui il diplomatico italiano Stefano Sannino era stato segretario generale dal 2021 al 2024, e la sede del Collegio d’Europa a Bruges, di cui Federica Mogherini è il rettore dal 2020. I due sono stati fermati, insieme a un dipendente del Collegio d’Europa. Sannino attualmente è a capo della Direzione generale per il Mediterraneo della Commissione, che su richiesta del procuratore europeo gli ha revocato l’immunità. Mogherini era stata Alto rappresentante per la politica estera – il vertice politico del Servizio europeo di azione esterna – tra il 2014 e il 2019. Dopo il suo arrivo al Collegio d’Europa, insieme a Sannino, aveva immaginato e costruito il progetto dell’Accademia diplomatica dell’Ue, un programma di formazione per diplomatici, lanciato dal suo successore come Alto rappresentante, Josep Borrell.
L’Ufficio del procuratore europeo sospetta che il Collegio d’Europa sia stato informato in anticipo sui criteri di selezione della gara d’appalto e avesse sufficienti motivi di ritenere che si sarebbe aggiudicato il progetto prima della pubblicazione del bando. Il valore dell’appalto era di 654 mila euro. Le indagini si concentrano sull’acquisto da parte del Collegio d’Europa di un palazzo a Bruges per 3,2 milioni di euro, destinato a ospitare i diplomatici in visita. La compravendita sarebbe avvenuta prima della pubblicazione della gara d’appalto, che prevedeva la capacità di ospitare i diplomatici. “Vi sono forti sospetti che, durante la gara d’appalto per il programma, sia stato violato l’articolo 169 del Regolamento finanziario relativo alla concorrenza sleale e che informazioni riservate relative all’appalto in corso siano state condivise con uno dei candidati partecipanti alla gara”, ha detto l’Ufficio del procuratore europeo in un comunicato.
Frode in appalto pubblico, conflitto di interessi e la violazione del segreto d’ufficio. Deciderà la giustizia. Ma la corruzione? L’ipotesi di reato è così grave da imporre un fermo per interrogatorio, che dalla gogna dei media viene subito trasformato in arresto? Per un appalto da 650 mila euro su un progetto pilota assegnato a un istituto come il Collegio d’Europa, che collabora da anni con le istituzioni dell’Ue? L’Ufficio del procuratore europeo, che raramente si trova sotto i riflettori, è alla ricerca di visibilità a meno di un anno dalla partenza del suo primo procuratore capo, la romena Laura Kovesi?
Se c’è una lezione non appresa dal Qatargate, è la prudenza e la presunzione di innocenza. Nessuno dei protagonisti dello scandalo che sconvolse il Parlamento europeo nel dicembre del 2022, è stato ancora condannato. La giustizia mediatica e politica è stata sommaria. Tre anni dopo, il processo non è ancora iniziato, nonostante le foto spettacolari di borse piene di soldi. Man mano che sono passati gli anni e le rivelazioni, si sono accumulati gli interrogativi sul procuratore “sceriffo” dell’inchiesta, Michel Claise, che ha lasciato diverse persone in carcere per mesi per strappare loro una confessione, prima di essere costretto ad abbandonare il caso per conflitto di interessi. Il grande scandalo di corruzione dell’Ue alla fine potrebbe rivelarsi un caso di evasione fiscale da parte di un ex eurodeputato, Antonio Panzeri, che si era trasformato in lobbista del Qatar e del Marocco usando le sue relazioni personali per promuovere gli interessi dei suoi nuovi clienti. I veri nemici dello stato di diritto e della giustizia giusta, intanto, festeggiano.
L’Ue “chiude un occhio sulla propria corruzione, ma continua a fare la predica agli altri”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Divertente come Bruxelles faccia la predica a tutti sullo ‘stato di diritto’ mentre le sue stesse istituzioni sembrano più una serie poliziesca che un’unione funzionante”, gli ha fatto eco il portavoce di Viktor Orbán.