il discorso alla nazione
L'appello di Zelensky agli ucraini in "uno dei momenti più difficili della nostra storia"
Presto Kyiv "potrebbe trovarsi davanti a una scelta durissima: sacrificare la nostra dignità oppure rischiare di perdere un partner fondamentale. Accettare i difficili 28 punti, oppure affrontare un inverno estremamente duro – il più duro – con i pericoli che ne conseguono", dice il presidente ucraino
Traduciamo il discorso alla nazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky davanti all'ufficio presidenziale di Kyiv, durante il Giorno della dignità e della libertà.
Ucraini!
Arriva un momento, nella vita di ogni nazione, in cui tutti devono fermarsi e parlarsi con chiarezza. Con onestà. Con calma. Senza speculazioni, senza voci, senza pettegolezzi, senza nulla di superfluo. Solo la realtà dei fatti. Proprio come ho sempre cercato di parlare con voi.
In questo momento stiamo attraversando uno dei periodi più difficili della nostra storia. L’Ucraina sta subendo una delle pressioni più forti di sempre. E potrebbe presto trovarsi davanti a una scelta durissima: perdere la nostra dignità oppure rischiare di perdere un partner fondamentale. Accettare i difficili 28 punti, oppure affrontare un inverno estremamente duro – il più duro – con i pericoli che ne conseguono. Una vita senza libertà, senza dignità, senza giustizia. E nella quale ci si chiede di fidarsi di chi ci ha già attaccati due volte.
Da noi si aspetteranno una risposta. Ma la verità è che io quella risposta l’ho già data. Il 20 maggio 2019, quando ho prestato il giuramento di fedeltà all’Ucraina, ho dichiarato chiaramente: "Io, Volodymyr Zelensky, eletto dalla volontà del popolo presidente dell’Ucraina, mi impegno con tutte le mie azioni a difendere la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, a garantire i diritti e le libertà dei suoi cittadini, a rispettare la Costituzione e le leggi dell’Ucraina, a svolgere i miei doveri nell’interesse di tutti i miei connazionali e a rafforzare il ruolo dell’Ucraina nel mondo". Per me non è una semplice formalità da protocollare: è un giuramento. E ogni giorno rimango fedele a ogni sua parola. Non lo tradirò mai. L’interesse nazionale dell’Ucraina deve essere rispettato.
Non faremo dichiarazioni fragorose. Lavoreremo con calma con gli Stati Uniti e con tutti i nostri partner. Con il nostro principale alleato cercheremo in modo costruttivo soluzioni possibili. Presenterò i nostri argomenti. Cercherò di convincere. Proporrò alternative. Ma una cosa è certa: non daremo al nemico alcun motivo per sostenere che l’Ucraina non vuole la pace, che sta sabotando il processo, che è l’Ucraina a non essere pronta alla diplomazia. Questo non accadrà.
L’Ucraina agirà in fretta. Oggi, domani, per tutta la prossima settimana e per tutto il tempo necessario – ventiquattr’ore su ventiquattro – mi batterò affinché, tra tutti i punti del piano, almeno due non vengano ignorati: la dignità e la libertà degli ucraini. Perché tutto il resto – la nostra sovranità, la nostra indipendenza, la nostra terra, il nostro popolo, il futuro dell’Ucraina – si regge su questo. Faremo – e dobbiamo fare – tutto il possibile affinché la guerra finisca, ma non finisca l’Ucraina, non finisca l’Europa, non finisca la pace globale.
Ho appena parlato con i leader europei. Contiamo sui nostri amici in Europa, che sanno bene che la Russia non è una minaccia lontana: è proprio accanto alle frontiere dell’Ue. E oggi l’Ucraina è l’unico scudo che separa la vita europea, con il suo benessere, dai piani di Putin. Ricordiamo: l’Europa è stata al nostro fianco. E crediamo: l’Europa continuerà a esserlo. L’Ucraina non deve rivivere il déjà vu del 24 febbraio, quando ci siamo sentiti soli, quando nessuno poteva fermare la Russia se non il nostro popolo eroico, che si è alzato come un muro contro l’esercito di Putin.
È stato bello sentire il mondo dire: gli ucraini sono incredibili; Dio, come combattono; come resistono; che titani. Ed è vero. Assolutamente vero. Ma l’Europa – e il mondo intero – devono capire anche un’altra verità: gli ucraini sono prima di tutto esseri umani. E da quasi quattro anni di invasione su larga scala stiamo contenendo uno dei più grandi eserciti del pianeta. Manteniamo un fronte lungo migliaia di chilometri. Il nostro popolo sopporta bombardamenti notturni, attacchi missilistici, attacchi balistici, attacchi con i “Shahed”. E ogni giorno il nostro popolo perde qualcuno che ama. E il nostro popolo vuole disperatamente che questa guerra finisca. Sì, siamo fatti d’acciaio. Ma anche il metallo più forte può cedere. Ricordate questo. Restate con l’Ucraina. Restate con il nostro popolo – e questo significa restare con la dignità e la libertà.
Cari ucraini!
Ricordate il primo giorno della guerra. La maggior parte di noi fece una scelta. La scelta per l’Ucraina. Ricordate cosa provammo quel giorno. Com’era? Buio, assordante, pesante, doloroso. Per molti – terrificante. Ma il nemico non vide le nostre spalle in fuga. Vide i nostri occhi – pieni di determinazione a difendere ciò che è nostro. Questa è dignità. Questa è libertà. E questa è davvero la cosa che più spaventa la Russia: vedere l’unità degli ucraini. Allora la nostra unità era rivolta a difendere la nostra casa dal nemico. Adesso abbiamo bisogno della stessa unità – più che mai – affinché nella nostra casa possa esserci una pace degna.
Mi rivolgo a tutti gli ucraini. Al nostro popolo, ai cittadini, ai politici – a tutti. Dobbiamo ricomporci. Ritrovare lucidità. Smetterla con i litigi. Mettere fine ai giochi politici. Lo stato deve funzionare. Il Parlamento di un paese in guerra deve lavorare unito. Il governo di un paese in guerra deve lavorare con efficacia. E tutti insieme non dobbiamo dimenticare – né confondere – chi è oggi il nemico dell’Ucraina. Ricordo come, nel primo giorno di guerra, vari “messaggeri” vennero da me con diversi piani, elenchi, ultimatum per porre fine al conflitto. Dicevano: o così, o niente. O firmi, oppure verrai eliminato e firmerà al tuo posto un “presidente ad interim dell’Ucraina”. Sappiamo tutti com’è andata. Molti di quei “messaggeri” finirono poi nel nostro fondo scambi e furono rimandati, insieme ai loro piani e ai loro punti, “a casa, nel loro porto nativo”. Non ho tradito l’Ucraina allora. Sentivo davvero il vostro sostegno alle mie spalle – quello di ciascuno di voi. Di ogni ucraino, di ogni soldato, di ogni volontario, medico, diplomatico, giornalista – di tutta la nostra nazione.
Non abbiamo tradito l’Ucraina allora. E non la tradiremo adesso. E so con certezza che, in uno dei momenti più difficili della nostra storia, non sono solo. So che gli ucraini credono nel loro stato, che siamo uniti. E in ogni futuro incontro, discussione, negoziato con i nostri partner, mi sarà molto più facile ottenere una pace giusta e convincerli, sapendo con assoluta certezza: dietro di me c’è il popolo ucraino. Milioni di persone, persone con dignità, che lottano per la libertà e che si sono guadagnate il diritto alla pace. Tutti i nostri eroi caduti, che hanno dato la vita per l’Ucraina, che ora sono in cielo e meritano di vedere dall’alto che i loro figli e nipoti vivranno una pace degna di loro. E quella pace arriverà. Dignitosa, efficace, duratura.
Cari ucraini!
La settimana che ci aspetta sarà molto difficile, piena di eventi.
Siete una nazione matura, saggia, consapevole, e lo avete dimostrato in molte occasioni. E sapete che stavolta ci sarà una pressione enorme – politica, informativa, di ogni tipo – pensata per indebolirci, dividerci. Il nemico non dorme – e farà di tutto per farci fallire. Lo permetteremo? Non ne hanno il diritto. E non lo permetteremo. Perché chi cerca di distruggerci non ci conosce davvero. Non capisce chi siamo, cosa rappresentiamo, per cosa combattiamo, che popolo siamo. Non è un caso che celebriamo il Giorno della Dignità e della Libertà come festa nazionale. Dice chi siamo. Dice quali sono i nostri valori. Lavoreremo sul fronte diplomatico per la nostra pace. Dobbiamo agire uniti, all’interno del paese, per la nostra pace. Per la nostra dignità. Per la nostra libertà. E io credo – e so – di non essere solo. Con me c’è la nostra nazione, la nostra società, i nostri soldati, i nostri partner, i nostri alleati, tutto il nostro popolo. Degno. Libero. Unito.
Buona Giornata della Dignità e della Libertà.
Gloria all’Ucraina!