Posizione di artiglieria ucraina vicino a Pokrovsk (Foto di Marharyta Fal/Frontliner/Getty Images) 

sotto assedio

I giorni di Pokrovsk. Una battaglia completamente diversa dalle precedenti

Kristina Berdynskykh

Da oltre un anno i russi tentano di conquistarla, ma la città fantasma del Donbas resiste ancora. Droni, sabotatori e combattimenti casa per casa devastano ciò che resta dell’ex centro minerario. Mosca concentra 170 mila soldati, mentre Kyiv tenta disperatamente di difendere l’ultimo corridoio logistico. Che cosa viene dopo

Kyiv. Non molto tempo fa, la città di Pokrovsk, situata nella regione di Donetsk, era uno dei centri dell’industria carbonifera ucraina e un importante snodo di trasporto per l’intero Donbas. Fino a febbraio 2022, la sua popolazione superava i 60.000 abitanti; oggi è 46 volte inferiore. Secondo l’amministrazione militare locale, nell’agosto 2025 rimanevano soltanto 1.327 abitanti, l’ultimo negozio aveva chiuso e, a causa dei continui bombardamenti, le persone venivano sepolte direttamente per strada. I combattimenti per Pokrovsk sono iniziati lo scorso agosto. Dopo l’occupazione di Avdiivka nel febbraio 2024, la città è diventata l’obiettivo principale delle truppe russe, che sono avanzate piuttosto rapidamente. Nell’ottobre 2024, l’esercito russo è arrivato a cinque chilometri da Pokrovsk. Di conseguenza, la propaganda russa ha iniziato a decantare la rapida conquista della città.

  
“I russi hanno dichiarato per la prima volta che stavano ‘per prendere Pokrovsk’ un anno e tre mesi fa”, ha detto Vasyl Malyuk, capo dei Servizi di Sicurezza ucraini, durante un briefing a Kyiv il 31 ottobre. “In quel periodo, sono avanzati di 7 chilometri e hanno perso decine di migliaia di persone”, ha osservato. Per lungo tempo, le Forze di difesa ucraine hanno respinto con successo gli attacchi in questa direzione. Ma nell’estate del 2025, piccoli gruppi di sabotaggio russi hanno iniziato a infiltrarsi a Pokrovsk. In autunno, il loro numero è aumentato significativamente e ora non sono solo composti da sabotatori ma anche da fanteria. “Ce ne sono almeno 300, sospetto di più”, ha dichiarato al Foglio l’osservatore militare Denis Popovich. La situazione appare estremamente critica per la difesa ucraina; c’è un’alta probabilità che l’esercito russo riesca alla fine a catturare la città. Tuttavia, Pokrovsk non è ancora circondata, come afferma invece il capo del Cremlino Vladimir Putin. I combattimenti continuano. 

  

Vista aerea di Pokrovsk (GettyImages) 
     
Le battaglie per Avdiivka e Bakhmut non dovrebbero essere paragonate a quelle per Pokrovsk, consiglia Popovich:  “Erano di natura completamente diversa”. I droni hanno svolto un ruolo decisivo in questa operazione da entrambe le parti, aiutano a distruggere l’equipaggiamento, a bloccare e complicare la logistica e a impedire i movimenti. “Si crea una kill zone profonda 10-15 chilometri, dove nulla può passare, nemmeno una lepre può correre, figuriamoci concentrare una brigata per sfondare il fronte”, spiega Popovich. Data questa situazione, il nemico ha deciso di impiegare la tattica di piccoli gruppi di fanteria. Funziona così: 2-3-5 persone cercano di infiltrarsi il più possibile dietro le linee ucraine e aggirare le difese. Non combattono per strada, ma si nascondono. Per mimetizzarsi, spesso si vestono da civili. “Il loro compito è semplicemente quello di andare dal punto A al punto B”, spiega l’analista. “Una volta raggiunta la destinazione, aspettano i rinforzi”. L’attesa può essere lunga. Se gli ucraini identificano il nemico, il piccolo gruppo viene rapidamente annientato. Pertanto, questa tattica si traduce in pesanti perdite per le truppe russe. “Ma anche se un tentativo su dieci va a buon fine, diventa un punto debole per la difesa e il nemico inizia a infiltrarsi”, osserva Popovich. Consapevole di ciò, la Russia non risparmia risorse umane e tenta ripetutamente di penetrare, ammassando gradualmente truppe all’interno della città. Di conseguenza, non esiste nemmeno una linea del fronte netta tra le due parti. I gruppi di fanteria russi sono in continuo movimento e non riescono a piazzarsi ovunque. Popovich descrive la situazione così: “A quanto pare ci sono le nostre posizioni, ci sono le posizioni russe, poi di nuovo le nostre, poi di nuovo le loro”. Ma la  situazione difficile non si limita alla città; i combattimenti infuriano anche nei suoi dintorni. Il destino di Pokrovsk dipenderà in larga misura dai combattimenti per il controllo dei villaggi nei sobborghi e dalla capacità dell’esercito russo di bloccare le vie di comunicazione logistiche ucraine. La testata online Ukrayinska Pravda, analizzando la difesa di Pokrovsk, ritiene che la risposta dell’Alto comando all’escalation della situazione sia stata tardiva. Le forze russe hanno iniziato a infiltrarsi nella città già a luglio, ma le brigate ucraine non hanno ricevuto risorse aggiuntive, in particolare in termini di uomini, per contenere il nemico. I rinforzi sono arrivati ​​quando la situazione era già estremamente difficile e forse troppo tardi. Secondo gli esperti, se l’Ucraina non riuscisse a tenere Pokrovsk, cadrebbe anche Myrnohrad, un’altra città vicina. 

  
La logistica per Pokrovsk è in una situazione complicata, ma non ancora interrotta. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato il 31 ottobre che la Russia aveva schierato 170.000 soldati in quella zona. “Ce ne sono molti, ma dire che stanno vincendo è falso ... Ci sono russi a Pokrovsk e le nostre truppe li stanno distruggendo”, ha detto Zelensky durante un briefing con i giornalisti. 


“La Russia ha ora concentrato tutte le sue forze su Pokrovsk per assicurarsi finalmente questa vittoria”, ha dichiarato Popovich. Se la città verrà catturata, cosa che probabilmente accadrà tra un po’, il prossimo obiettivo dei russi sarà l’agglomerato di Slovjansk-Kramatorsk. L’occupazione di Pokrovsk e Myrnohrad aumenterà anche la minaccia per la regione di Dnipropetrovsk, dove la fanteria russa tenterà di sfondare. Tuttavia, Slovjansk e Kramatorsk sono città ancora più grandi di Pokrovsk e le loro difese sono state rafforzate dal 2014, quindi l’esercito russo dovrà combattere per queste città per molto tempo. Non può occupare l’intero Donbas in tempi rapidi: ci vorrebbero molti altri anni di guerra.
 

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