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Tutto quello che c'è da sapere sulle elezioni in Repubblica Ceca
Come in Moldavia, anche nel voto a Praga è in gioco il percorso pro europeo del paese. Il ritorno del populista Andrej Babis e le ingerenze russe
Venerdì 3 e sabato 4 ottobre si vota in Repubblica ceca: come per le elezioni in Moldavia, in gioco c'è il percorso pro europeo del paese. In vista delle elezioni, il presidente Petr Pavel ha tenuto un discorso esortando gli elettori a stare ben attenti a non lasciare il paese “in balia della Russia”, ha sottolineato che il voto è in grado di determinare il futuro del paese e ha voluto rimarcare che sono in gioco la libertà, la sicurezza e l’economia della Repubblica ceca. Pavel ha ricordato che il nuovo governo dovrà tutelare la sovranità del paese e tenerlo protetto dalle ingerenze di Mosca, rammentando sempre che le uniche garanzie di sicurezza sono i paesi alleati dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica.
Il sistema elettorale
La Camera dei deputati della Repubblica Ceca è composta da duecento seggi e viene eletta ogni quattro anni con il sistema proporzionale. Le soglie di sbarramento dei partiti per entrare in Parlamento sono: il 5 per cento per il partito unico, l'8 per cento per le alleanze bipartitiche e l'11 per cento per le coalizioni di tre o più partiti. Il paese è diviso in 14 circoscrizioni elettorali, che assegnano i seggi a livello regionale. I cechi voteranno dalle 14:00 alle 22:00 di venerdì e dalle 8:00 alle 14:00 di sabato, i risultati arriveranno nel tardo pomeriggio della stessa giornata di sabato. Secondo i sondaggi, nessun partito raggiungerà la maggioranza: probabilmente il partito con più voti guiderà i colloqui per formare una coalizione o assicurarsi il sostegno di un governo di minoranza.
I partiti
Alleanza contro la corruzione (Ano)
In cima ai sondaggi c'è l’ex premier Andrej Babis, miliardario populista chiamato anche "il Trump ceco", ha 71 anni e ha fondato Ano nel 2011 come movimento centrista e filoeuropeo. Babis ha iniziato però a cambiare idea su tutto, sull’Europa e anche sul rapporto con la Russia e con una coalizione che mette insieme estreme destre e sinistre, ha aderito ai Patrioti per l’Europa, il gruppo del premier ungherese Viktor Orbán, della Lega, del Rassemblement national di Marine Le Pen e dell’Afd. Babis potrebbe tornare al governo e stravolgere la linea della Repubblica ceca, aggiungendosi così al gruppo di Orbán e dello slovacco Fico nel remare contro l’unità europea. Secondo i sondaggi raggiungerà il 30 per cento dei voti vincendo di gran lunga contro la coalizione filo occidentale che lo ha sconfitto quattro anni fa. E' improbabile però che otterrà la maggioranza assoluta: probabilmente dovrà stringere alleanze con partiti più piccoli, che secondo dichiarazioni pubbliche potranno essere l'ultranazionalista Spd (anti Ue e filo-russo) e Enough!, una coalizione di comunisti.
Spolu
Spolu significa Insieme ed è un'alleanza di partiti di centro-destra che include i Democratici civici (Ods) del primo ministro in carica, Petr Fiala: ha un consenso sui sondaggi intorno al 20 percento, include i Democratici civici, TOP 09, e i Cristiano democratici. Tra gli impegni della coalizione c'è l'aumento della spesa per la difesa per raggiungere i nuovi obiettivi della Nato e a continuare a sostenere l'Ucraina.
Libertà e Democrazia Diretta (Spd)
Nei sondaggi l'estrema destra di Libertà e Democrazia Diretta è al 12 per cento: è un partito anti-immigrazione, anti Green Deal, si oppone al Patto sulle migrazioni, all'aumento della spesa militare e al sostegno all'Ucraina. Chiede un referendum sull'uscita dall'Unione europea e dalla Nato.
Stan
Il partito di centro Stan. attualmente al governo, è favorevole all'integrazione europea e all'adozione dell'euro, sostiene il sostegno all'Ucraina e il rafforzamento delle difese della Nato: è all'11 per cento
Stačilo!
Anche il partito Stačilo! di estrema sinistra (Partito Comunista) vuole uscire dalla Nato e dall'Ue, e ritiene che l'occidente sia responsabile della guerra in Ucraina per aver provocato la Russia: nei sondaggi è al 7 per cento.
Le ingerenze russe
Come in Moldavia, anche in Repubblica Ceca la Russia ha cercato di trarre vantaggio dal calo del sostegno agli aiuti all'Ucraina. Negli scorsi giorni, il gruppo di ricerca ceco Center For Research Into Online Risks ha scoperto circa 300 account TikTok anonimi volti ad amplificare narrazioni filo-russe e a sostenere partiti radicali nelle ultime settimane della campagna elettorale. Già da settimane gli analisti hanno lanciato l'allarme: la Repubblica Ceca è inondata da propaganda e disinformazione filorusse. Secondo Vojtěch Boháč, giornalista investigativo del quotidiano ceco Voxpot, il volume delle fake news è aumentato costantemente dall'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, raggiungendo il livello record di circa 5.000 articoli al mese. Una recente indagine del media ha scoperto che i 16 maggiori siti web di disinformazione producono più contenuti di tutti i media tradizionali cechi messi insieme.