l'accordo

Trump firma un esecutivo per salvare TikTok dalla Cina ma lo vorrebbe “100% Maga”

Priscilla Ruggiero

Il presidente americano ha annunciato di aver avuto il via libera da Xi Jinping per vendere la gestione della parte americana del social. Cosa non torna dell'accordo

Dopo la telefonata della settimana scorsa fra il presidente americano  Donald Trump  e il leader cinese  Xi Jinping sul futuro  del social cinese TikTok negli Stati Uniti, Trump ha firmato un ultimo ordine esecutivo che delinea  i termini dell’accordo per vendere la gestione della parte americana del social. Il presidente americano, sin dal primo giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, ha firmato più di un ordine per prorogare le scadenze e gli ultimatum alla società cinese ByteDance.  L’ultimo si chiama: “Salvare TikTok proteggendo la sicurezza nazionale”,  e concede ai negoziatori fino a metà gennaio per finalizzare l’accordo. Questo significa che l’intesa  non è ancora ultimata e i dettagli principali restano sconosciuti, e nonostante Trump, durante la firma, abbia annunciato il via libera del leader cinese Xi Jinping (“Mi ha detto ‘Vai avanti’, sarà gestito dagli americani fino in fondo”), l’accordo non è ancora stato confermato né da ByteDance  né da Pechino.  “Il governo cinese rispetta la volontà dell’impresa e la invita a condurre trattative commerciali in conformità con le regole del mercato per raggiungere una soluzione conforme alle leggi e ai regolamenti cinesi e a trovare un equilibrio di interessi”, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun. 

 

Secondo il vicepresidente americano J. D.  Vance  – di cui Trump ha riconosciuto il ruolo “fondamentale” svolto nella mediazione – l’accordo avrebbe valutato TikTok circa 14 miliardi di dollari (una cifra molto inferiore alla valutazione di ByteDance di circa 330 miliardi di dollari),  darebbe il controllo dell’algoritmo del social a una joint venture di investitori americani con sede negli Stati Uniti, e tra questi “quattro o cinque” ci sarebbero il co-fondatore di Oracle Larry Ellison (che ha già una partnership con TikTok per conservare i dati degli utenti americani), il ceo di Dell Computers, Michael Dell, e il magnate dei media Rupert Murdochtutte figure vicinissime a Trump. La compagnia del software Oracle guiderà il gruppo, che supervisionerà le operazioni di “TikTok US”  negli Stati Uniti, fornirà un servizio cloud per l’archiviazione dei dati degli utenti e otterrà una licenza per assumere il controllo dell’algoritmo, che verrà riadattato sui dati degli utenti americani. 

La Casa Bianca ha assicurato che ByteDance e i funzionari cinesi non avranno più accesso ai dati americani, anche se in molti hanno già avanzato  critiche: secondo l’accordo, saranno sei americani su sette  a occupare  il consiglio di amministrazione composto da esperti di sicurezza informatica e sicurezza nazionale, le aziende americane deterranno circa il 65 per cento della versione  della società  mentre  ByteDance e gli investitori cinesi ne deterranno meno del 20 per cento, una parte minoritaria, ma pur sempre una parte. Trump ha poi  sottolineato il fatto che gli investitori saranno “americani”,  eppure  secondo alcune persone vicine ai colloqui ascoltate dal New York Times, sarebbe in trattative anche la società di investimenti emiratina MGX, anche questa molto vicina al presidente: soltanto pochi mesi fa MGX ha dichiarato di aver  depositato 2 miliardi di dollari in una startup di criptovalute  fondata dalla famiglia Trump. Nella conferenza stampa dopo la firma dell’esecutivo, Vance ha detto che TikTok non deve essere utilizzato “come strumento di propaganda da nessun governo straniero”, poi  alla domanda di un giornalista se l’accordo avrebbe comportato più contenuti “Maga” Trump ha risposto: “Se potessi, renderei l’algoritmo al cento per cento Maga. Purtroppo non funzionerà in questo modo: tutti saranno trattati equamente”.  

 

Il social cinese è utilizzato da circa 170 utenti americani, che secondo TikTok nel 2024 hanno trascorso in media 51 minuti al giorno sull’app, ed è  particolarmente popolare tra gli adolescenti americani: il 63 per cento di loro dichiara di aver utilizzato la piattaforma almeno una volta nella vita. Un sondaggio pubblicato subito dopo la firma dell’esecutivo dal Pew Research Center evidenzia come il social cinese sia diventato negli ultimi anni anche una fonte di notizie popolare tra gli americani tra i 30 e i 50 anni: un quinto degli americani adulti si informa regolarmente su TikTok, rispetto a solo il  3 per cento del 2020. “In questo arco di tempo, nessuna piattaforma di social media da noi studiata ha registrato una crescita più rapida nel consumo di notizie”, scrive il think tank.

 

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