
La Russia mostra i suoi rapimenti su un catalogo per adottare bambini ucraini
Un database di 294 bambini “orfani” o “abbandonati dai genitori” sul sito dell’autoproclamata “Repubblica popolare di Luhansk” per Kyiv è la prova dei crimini di guerra russi per deportazioni forzate e adozioni illegali. La denuncia dell'ong Save Ukraine nei dettagli macabri nella lista, in cui i bambini possono scelti in base al sesso, età, colore degli occhi, dei capelli, stato di salute e perfino tratti della personalità
Sul sito del ministero dell’Istruzione e della Scienza dell’autoproclamata “Repubblica popolare di Luhansk”, territorio nella regione ucraina del Donbas occupato dalla Russia nel 2014, è comparso un database di 294 bambini “orfani” o “abbandonati dai genitori”. Un catalogo in cui è possibile filtrare e scegliere i bambini per preferenza di sesso, età, colore degli occhi, dei capelli, stato di salute e perfino tratti della personalità. L’ong ucraina Save Ukraine, nata nel 2014 per rimpatriare i bambini deportati dalla Russia, ha denunciato e tradotto in inglese il database, sottolineando che non si tratta di adozioni, ma di un “catalogo di schiavi”, in cui la burocrazia tenta di camuffare il “traffico digitale di minori”. “Questi bambini non sono ‘orfani di guerra’. Avevano nomi, famiglie e cittadinanza ucraina. Molti hanno perso i genitori a causa dei bombardamenti. Altri sono stati prelevati con la forza e registrati nuovamente con nuovi documenti. Ora vengono proposti a famiglie russe, trattati come animali in un database per le adozioni di animali domestici”, ha detto Mykola Kuleba, che ha ricoperto l’incarico di commissario presidenziale per i diritti dei bambini in Ucraina dal 2014 al 2021 ed è fondatore e volto dell’organizzazione.
I bambini sono tutti di età inferiore ai 17 anni, le schede che li presentano singolarmente sono corredate da foto e descrizioni della loro personalità e i loro hobby: Aleksei è “rispettoso con gli adulti”, Aleksandr è “socievole”, Stanislav è “impulsivo, ma “adempie sempre i suoi doveri”, Maxim è “calmo” e “diligente”. Kuleba si sofferma sull’età di questi bambini: la maggior parte è nata prima dell’occupazione russa di Luhansk, significa che possedevano la cittadinanza ucraina e con tutta probabilità o sono stati rapiti dalle loro famiglie o i loro genitori sono morti durante i combattimenti.
Secondo le autorità ucraine sarebbero oltre 20.000 i bambini rapiti alle loro famiglie e portati con la forza in Russia o nei territori occupati dall’invasione su larga scala dell’Ucraina. Ma già dal 2014, con l’occupazione della Crimea, sono iniziate le denunce di sparizioni e trasferimenti forzati e di conseguenza sono comparsi i primi database di adozioni russe. Nel 2021 un database simile era stato pubblicato sempre dalla “Repubblica popolare di Luhansk” sul sito del ministero del Lavoro. Dal 24 febbraio 2022 la pratica è diventata diffusa e “sistematica”, racconta Kuleba, inizialmente, le autorità russe hanno cercato di coprire le loro tracce, chiudendo i registri e cancellando i riferimenti: “Ora, questa finzione non c’è più”.
Dal 2023 sul capo del presidente russo Vladimir Putin e la commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova pende un mandato di arresto della Corte penale internazionale per deportazioni forzate e adozioni illegali di bambini ucraini. Più volte nei negoziati tra Russia e Ucraina, alle richieste di Kyiv di restituire tutti i bambini, Putin ha richiesto gli elenchi. Ora “tutto ciò che dobbiamo fare è indirizzarli al database del loro sito web del cosiddetto ministero dell’Istruzione di Luhansk”, dice il ceo di Save Ukraine: “Tutte le prove dei loro crimini sono proprio lì, sui loro canali ufficiali”.