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Sansal condannato a cinque anni: un verdetto che apre la strada alla grazia

Mauro Zanon

La Corte d'appello di Algeri ha confermato la condanna a cinque anni di carcere e 500 mila dinari di multa (circa 3500 euro) per lo scrittore algerino. Ora tutti gli occhi sono puntati sul presidente Tebboune, che il 5 luglio potrebbe concedergli la grazia. L'attesa del governo francese e del mondo intellettuale transalpino

Parigi. Una condanna che, paradossalmente, potrebbe aprire la strada a un provvedimento di grazia. Questa mattina, la Corte d’appello di Algeri ha condannato lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal a cinque anni di carcere e 500mila dinari di multa (circa 3.500 euro) per “attentato all’unità nazionale, oltraggio al corpo costituito, atti lesivi all’economia nazionale e detenzione di video e pubblicazioni che minacciano la sicurezza e la stabilità del paese”. In appello, come in primo grado, il procuratore generale aveva chiesto dieci anni di reclusione e il doppio della multa: la Corte d’appello ha invece confermato la condanna emessa nella sua prima sentenza del 27 marzo. La conferma della sentenza, come evidenziato dal Figaro, era emersa negli ultimi giorni come una delle possibili vie d’uscita per le autorità algerine in questo dossier spinoso, che ha aggravato le relazioni con la Francia, e più in generale con l’Unione europea, con cui l’Algeria ha un accordo di cooperazione bilaterale (firmato nell’aprile 2002 ed entrato in vigore nel settembre 2005, l’accordo stabilisce un quadro per le relazioni Ue-Algeria in tutti i settori, compreso il commercio, molto favorevole ad Algeri).

Ora che il tribunale si è pronunciato, tutti gli occhi sono puntati sul presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, l’unica persona autorizzata a concedere la grazia allo scrittore, che ha 80 anni e soffre di un cancro alla prostata. Parigi conta su un “gesto umanitario”, come hanno spesso ripetuto il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, e lo stesso presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. Gesto umanitario che, secondo diverse fonti vicine al dossier, potrebbe arrivare il prossimo 5 luglio, in occasione del sessantatreesimo anniversario dell’indipendenza del paese. Tradizionalmente, durante la Giornata dell’indipendenza e della gioventù, così viene chiamata in Algeria, vengono infatti firmati numerosi provvedimenti di grazia. Negli ultimi anni, la grazia è stata concessa a detenuti condannati o in custodia cautelare, malati cronici o ultrasessantacinquenni. E se la sentenza di oggi fosse considerata definitiva dopo la decisione della Corte d’appello – Sansal, consigliato anche dal suo avvocato francese, Pierre Cornut-Gentille, presente in aula questa mattina, non dovrebbe decidere di ricorrere alla Corte suprema – e alla luce della sua età e del suo stato di salute, il romanziere rientrerebbe nell’ambito di questi decreti.

 

La grazia a Sansal sarebbe un importante segnale di distensione da parte di Algeri. Ma nel caso in cui non venisse concessa, le conseguenze diplomatiche potrebbe essere pesanti. Il ritorno dell’ambasciatore francese in Algeria Stéphane Romatet, richiamato a Parigi lo scorso 15 aprile, potrebbe essere compromesso. E i visti diplomatici, bloccati da mesi, per consentire ai consoli, ai diplomatici e agli altri funzionari nominati di assumere le loro funzioni, resterebbero congelati. La situazione di stallo diplomatico potrebbe dunque protrarsi, complice anche la recente condanna a sette anni di carcere per “apologia del terrorismo” di un giornalista sportivo francese, Christophe Gleizes. Il mondo politico e intellettuale francese che dal 16 novembre, giorno dell’incarcerazione di Sansal ad Algeri, si mobilita per la liberazione del romanziere, lascia tuttavia trapelare un cauto ottimismo. Nelle ultime settimane, fanno notare a Parigi, è stato mantenuto un profilo basso per non irritare l’Algeria. L’emblema di questa strategia della distensione è il ritiro di una proposta di risoluzione all’Assemblea nazionale che denunciava gli accordi tra Parigi e Algeri del 1968 e del 2013 e che era stata presentata dal gruppo Udr del deputato sovranista Éric Ciotti. “Il nostro obiettivo è la liberazione di Boualem Sansal, una grande voce di pace, un grande scrittore”, aveva dichiarato Ciotti, spiegando il motivo del ritiro della proposta. Fra quattro giorni arriverà la risposta di Algeri.

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