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il consiglio europeo

Zelensky chiede a Bruxelles di rispettare le promesse: sanzioni serie a Putin e sostegno duraturo

David Carretta

Il leader ucraino fa un appello all'Ue: serve mandare un messaggio politico chiaro al presidente russo, che intanto sogna di vedere un'Europa frammentata e sostiene chiunque cerchi di indebolirla dall'interno 

Bruxelles. Volodymyr Zelensky ieri ha lanciato un appello ai leader dell’Ue a rispettare la parola data sul sostegno all’Ucraina di fronte all’aggressione della Russia, nel momento in cui gli europei rischiano uno stallo a causa di Donald Trump e dei veti di Viktor Orbán. Il Consiglio europeo ha nuovamente adottato conclusioni a ventisei, senza l’Ungheria. Nei prossimi giorni l’Ue dovrebbe riuscire comunque ad approvare il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, se saranno superate le obiezioni della Slovacchia. Ma, senza gli Stati Uniti, gli europei non sono in grado di rafforzare il loro sostegno politico, finanziario e militare. Il processo di allargamento è bloccato. Le armi arrivano in modo instabile. Le sanzioni non sono devastanti. Nel suo intervento al Consiglio europeo, Zelensky ha ricordato ai capi di stato e di governo dell’Ue che c’è molto che possono fare per l’Ucraina, e proteggere loro stessi. 

“E’ importante non dimenticare che la guerra che la Russia ha portato in Europa è ancora in corso. E a Mosca ci sono ancora piani per espandere questa pressione contro di noi in Ucraina, e anche contro i paesi europei e la stessa Ue”, ha detto Zelensky nel suo intervento in videoconferenza. Il pericolo non è solo militare, ma anche di destabilizzazione politica. “Questo è il sogno di Putin: vedere un’Europa frammentata, dove voci marginali acquisiscano influenza e parlino non per l’unità, ma per la divisione. Ecco perché la Russia sostiene chiunque – e non importa quanto estremista – cerchi di indebolire l’Europa dall’interno”, ha detto Zelensky. Il presidente ucraino era stato invitato a partecipare di persona al Consiglio europeo, di ritorno dal vertice della Nato all’Aia. La sua assenza fisica è stata letta come un segnale di impazienza verso gli alleati europei, che rinnegano gli impegni.

Zelensky ha chiesto un pacchetto di sanzioni “davvero forte”, che colpisca il petrolio russo (con un tetto di 30 dollari al barile), le petroliere ombra, il sistema finanziario e i paesi che trasferiscono attrezzature o componenti per la produzione di armi. Il 10 maggio, Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Donald Tusk avevano promesso “sanzioni devastanti” contro la Russia se non avesse accettato il cessate il fuoco. Quelle del diciottesimo pacchetto sono al di sotto di quanto chiesto da Zelensky. Il presidente ucraino ha anche denunciato il fatto che “alcune imprese europee stanno ancora inviando componenti critiche in Russia. Questi finiscono in missili e altre armi utilizzate per uccidere gli ucraini. Stiamo identificando questi materiali e trasmetteremo le prove ai vostri team. Vi preghiamo di prestare attenzione”.

Zelensky ha chiesto “prevedibilità” del sostegno europeo. Non si tratta solo di forniture di armi. “Significa continuare a congelare i beni russi e continuare a utilizzare tali beni congelati per finanziare le esigenze dell’Ucraina”. Il presidente ucraino ha ricordato che gli aiuti finanziari e il sostegno al bilancio dell’Ucraina “rimangono vitali per noi. Ognuno di voi capisce che la guerra crea un deficit di bilancio e, sotto i continui attacchi russi, nessun paese europeo potrebbe gestirlo da solo”. L’Ucraina si trova di fronte a un precipizio fiscale nel 2026. Il pericolo di bancarotta è reale. “Contiamo sul vostro continuo sostegno per coprire il nostro fabbisogno di bilancio, soprattutto per il prossimo anno”, ha detto Zelensky. Ma l’Ue non ha ancora iniziato a discutere di come contribuire a coprire il buco di bilancio. Un nuovo programma di assistenza macrofinanziaria avrebbe bisogno dell’unanimità, improbabile con il veto di Orbán.


Davanti al Consiglio europeo Zelensky ha voluto soprattutto ricordare gli impegni dell’Ue sull’allargamento. La Commissione ha certificato che Kyiv ha fatto i progressi necessari per aprire due serie di capitoli negoziali. Ma il processo è bloccato dal veto di Orbán. Ieri il premier ungherese ha presentato i risultati del suo referendum farsa, una consultazione postale con quesiti manipolati a cui avrebbe partecipato un terzo dell’elettorato: il 95 per cento si è espresso contro. “L’Ucraina sta rispettando tutti i suoi impegni per l’adesione all’Ue. Stiamo soddisfacendo ogni requisito”, ha risposto Zelensky. “E’ quindi giusto che riceviamo in cambio segnali chiari e di sostegno dall’Ue, segnali che riconoscano i nostri progressi. Ciò che serve ora è un messaggio politico chiaro: che l’Ucraina sia saldamente sulla strada europea e che l’Europa mantenga le sue promesse”.