
Cristina Fernández de Kirchner (foto Ap, via LaPresse)
in argentina
Confermata la condanna per corruzione di Cristina Fernández de Kirchner
I giudici hanno respinto all’unanimità il ricorso contro una condanna a sei anni di carcere per appropriazione indebita in appalti pubblici. “Questo non è un processo contro di me, è un processo contro il peronismo", ha detto l'ex presidente
La Corte Suprema di Giustizia della Nazione Argentina ha confermato la condanna per corruzione di Cristina Fernández de Kirchner: vedova di Néstor Kirchner, presidente dal 2003 al 2007; lei stessa presidente dal 2007 al 2015; vicepresidente dal 2019 al 2023; e dallo scorso 17 novembre presidente del Partito Giustizialista. Respinto dai tre giudici all’unanimità il ricorso contro una condanna a sei anni di carcere per appropriazione indebita in appalti pubblici, avendo 72 anni Cristina Kirchner sconterà presumibilmente ai domiciliari, come possibile dopo i 70. Sul punto dovrà però pronunciarsi il Tribunale orale federale 2, come sulle condizioni di detenzione di altri otto condannati. Lei stessa lunedì aveva detto ai suoi sostenitori che “essere detenuta è un certificato di dignità”. Non potrà però candidarsi alle prossime elezioni, visto che la condanna comporta l'interdizione a vita dai pubblici uffici. Lei stessa aveva annunciato la scorsa settimana che si sarebbe presentata come deputata nella provincia di Buenos Aires, la più popolosa del paese, alle elezioni legislative provinciali del 7 settembre. Una elezione le avrebbe conferito l’immunità.
Poche ore prima della sentenza, centinaia di sostenitori si erano radunati a Buenos Aires, per sostenerla. Lei stessa ieri pomeriggio si era recata nella sede del Partito Giustizialista, per definire le strategie dopo la sentenza. All'evento, è stata accolta da circa mezzo migliaio di persone che sventolavano bandiere di organizzazioni politiche e sindacali, tra cui venditori di magliette con ritratti della stessa Kirchner e di Eva Perón. I tre giudici Horacio Rosatti, Carlos Rosenkrantz e Ricardo Lorenzetti hanno utilizzato la formula dell'articolo 280 del Codice di Procedura civile e commerciale, in questo caso corredata dalle motivazioni della decisione (articolo 280 motivato), data la rilevanza istituzionale della decisione.
La condanna era in realtà venuta nel 2022, ma non era stata applicata in attesa del ricorso. Dal ritorno della democrazia la Kirchner è il secondo presidente argentino a essere condannato dopo Carlos Saúl Menem, che fu alla Casa Rosada dal 1989 al 1999, ed ebbe sette anni per un caso di vendita di armi. Ma sarebbe la prima ad andare in prigione, visto che la sentenza di Menem non fu mai confermata. A marzo proprio per corruzione Cristina Kirchner era stata colpita da sanzioni dell’Amministrazione Trump, da cui il divieto di ingresso negli Stati Uniti. L’attuale presidente Javier Milei aveva condiviso la dichiarazione del Dipartimento di Stato sui Social.
La Procura aveva accusato Cristina Kirchner di “amministrazione fraudolenta a danno della pubblica amministrazione” e di “associazione illecita” nell'assegnazione di lavori stradali durante la sua presidenza, chiedendo 12 anni di carcere e l'interdizione a vita dai pubblici uffici. Nel 2019 iniziò il processo orale e nel 2022 un tribunale di grado inferiore la dichiarò colpevole di amministrazione fraudolenta, ma non di associazione illecita. Per questo motivo, è stata condannata a sei anni di carcere e all'interdizione dai pubblici uffici. Non solo la difesa per chiedere l’assoluzione ma anche la Procura ha presentato ricorso, per chiedere una pena più elevata. Ma le richieste sono state entrambe respinte.
L'ex presidente nega qualsiasi illecito e descrive il caso come una guerra giudiziaria progettata per metterla al bando e intimidire il suo partito politico. Secondo lei, non ci sono prove che la colleghino direttamente ai contratti, visto che i bilanci contestati sono stati approvati dal Congresso, distribuiti dal Consiglio dei ministri e non dal presidente, e gestiti dal governo provinciale di Santa Cruz, dove sono stati eseguiti i lavori.
“Questo non è un processo contro di me, è un processo contro il peronismo, contro i governi nazionale e popolare, contro coloro che hanno lottato per salari, pensioni e lavori pubblici migliori”, ha dichiarato Cristina Kirchner nel 2022, pochi istanti prima della prima condanna. Ha anche detto che l'Argentina vive in uno “stato parallelo e in una mafia giudiziaria” che mina la democrazia e ha affermato che i tribunali hanno ignorato gli standard legali nel condannarla. Secondo lei, due dei tre giudici della corte d'appello che confermarono la sua condanna nel 2024 avrebbero visitato il suo nemico politico Mauricio Macri, quando era presidente dal 2015 al 2019. Una foto li mostrava mentre giocavano a calcio in una residenza di Macri. Ma le ricusazioni sono state respinte.
Peraltro, la Kirchner è stata implicata in più di una dozzina di cause legali, e quattro sono ancora aperte. Nel caso “Memorandum”, in particolare, sarà processata per aver insabbiato gli autori iraniani dell’attentato del 18 luglio 1994 contro la sede della Associazione Mutualistica Israelita Argentina a Buenos Aires. Il tribunale dovrà stabilire se sia stato commesso un reato quando l'allora capo di stato, nel 2013, spinse affinché il Congresso approvasse un memorandum con l'Iran per consentire ai sospettati dell'attentato, che causò 85 morti e 300 feriti, di essere interrogati fuori dall'Argentina. Nel 2021 fu assolta, ma due anni dopo, la Camera di Cassazione annullò la sentenza, stabilendo che il caso penale dell'accusa includeva anche negoziazioni condotte attraverso canali paralleli a quelli istituzionali, che perseguivano l'obiettivo illecito di garantire l'impunità ai cittadini iraniani.
Ci sono inoltre altri due casi di corruzione che porteranno l'ex presidente davanti a un tribunale: uno a novembre, e l'altro deve ancora essere fissato. Un terzo caso è ancora oggetto di inchiesta.


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