
La strage di Uvalde tre anni dopo, tra i vuoti e le battaglie di familiari e sopravvissuti
Kimberly Mata-Rubio ricorda al Foglio sua figlia Lexi, uccisa insieme ai suoi 18 compagni di classe e due insegnanti. Il maestro Arnulfo Reyes è tra i sopravvissuti alla sparatoria scolastica più mortale del Texas: "Probabilmente non tornerò a insegnare per i traumi e l'uso limitato del braccio sinistro", racconta. Non cercano vendetta, ma cambiamento
Da tre anni, Kimberly Mata-Rubio e Arnulfo Reyes sopravvivono ai ricordi, alla perdita, all’assenza. Sono legati alla mattina del 24 maggio 2022 e all’aula 111 della Robb Elementary School di Uvalde, Texas. Sono segnati dai proiettili esplosi dal fucile AR-15 di Salvador Ramos (18 anni), studente della scuola. Prima di essere ucciso dai poliziotti, ha strappato la figlia Lexi (11) a Kimberly e sfigurato Arnulfo, maestro della bambina. Insieme a Lexi sono stati uccisi i suoi 18 compagni di classe e due insegnanti. Oltre ad Arnulfo i feriti sono stati 17: nella quarta elementare dell’aula 111 è stato l’unico a salvarsi. Nessuno dei suoi alunni è sopravvissuto alla sparatoria scolastica più mortale del Texas e la terza più letale, per morti e feriti, degli Stati Uniti. Una delle 308 del 2022, record di allora superato nel 2023 (349) e 2024 (332), quando le vittime sono aumentate del 715 per cento rispetto a vent’anni prima.
Da quella mattina di vetri sbriciolati, aule insanguinate (anche la classe 112) e vite frantumate, iniziata da Ramos uccidendo la nonna e documentando su Facebook (“Ho sparato a mia nonna”, “Sparerò a una scuola elementare”), Kimberly convive col vuoto lasciato da Lexi. Non lo colmano foto, vestiti e libri conservati, i ricordi dei momenti insieme, né gli altri quattro figli. “Lexi sognava di diventare avvocato. Quando guido, penso alle nostre conversazioni mentre viaggiava sul sedile posteriore. Al supermercato sono tentata di comprare i suoi dolci preferiti. Di notte sogno di tenerla in braccio”, racconta al Foglio. Quando ha saputo del massacro, compiuto da Ramos con armi acquistate legalmente, era al lavoro. Insieme al marito si è precipitata prima all’ospedale, ma Lexi non c’era, e poi alla scuola dove le è stato detto che la figlia era stata uccisa. “Mi sembra di svegliarmi nella mensa della Robb Elementary. Rivedo gli ultimi momenti con la mia bambina: il suo sorriso e la cerimonia di premiazione. Avrei voluto riportarla a casa. Sarebbe stata ancora con noi e la nostra famiglia unita”, aggiunge Kimberly.
Arnulfo era il maestro della classe di Lexi dalla prima elementare: “Sono stati i miei alunni fino a quella maledetta mattina”. Per trascorrere le ultime lezioni prima dell’estate, voleva che riordinassero l’aula, ma guardarono La famiglia Addams. Lui stava annotando i voti quando ha sentito gli spari. Ha tentato di proteggere i suoi studenti dicendo di mettersi sotto i banchi e chiudere gli occhi: “Ho visto i pezzi di muro che cadevano e qualcuno arrivare alla porta. Mi stavo avvicinando alla scrivania quando lui mi ha sparato più volte al braccio sinistro, alla schiena e a un polmone, e sono caduto a terra. Poi ha fatto il giro e ha sparato ai miei alunni nei loro nascondigli”, ricorda Arnulfo al Foglio. Quella è stata l’ultima volta dietro una cattedra, dopo 17 anni di insegnamento. Ha trascorso gli ultimi tre in ospedale, affrontando 16 interventi chirurgici, e all’orizzonte ce n’è un altro che lo scoraggia: “Probabilmente non tornerò a insegnare per i traumi e l’uso limitato del braccio sinistro”.
Kimberly e Arnulfo non cercano vendetta, seppur conoscano gli esiti delle indagini che appurano le negligenze dei 400 poliziotti intervenuti alla scuola dopo 77 minuti. Due di questi, il capo della polizia del distretto di Uvalde e un agente della polizia scolastica, saranno processati in ottobre. In Texas vengono vendute più armi da fuoco che in altri stati, il tasso di morti tra 2014 e 2023 ha superato la media nazionale e le armi sono la principale causa di morte tra bambini e adolescenti. Kimberly si impegna a invertire la rotta dello stato e del suo governatore, il repubblicano Greg Abbott, che prima ha appoggiato e poi ritirato il sostegno alle restrizioni sul controllo delle armi: “C’è una forte cultura delle armi e una parte significativa della popolazione vede la regolamentazione come violazione del Secondo emendamento. La strada è in salita, ma il nome di Lexi è legato al cambiamento”. Per imprimerlo si è candidata a sindaca di Uvalde, senza vincere le elezioni, dopo aver testimoniato al Congresso americano. Ma tre anni dopo i risultati in Texas non ci sono.
Ancora oggi un diciottenne – com’era Ramos – può acquistare un fucile AR-15, i giudici non possono togliere le armi a chi rappresenta “un pericolo immediato” e chiunque può stamparle in 3D. “Gli americani non sono al sicuro da nessuna parte. Non dovremmo vivere così. Lo devo a Lexi, agli altri miei figli, a tutti i bambini”, ribadisce Kimberly, a cui non basta il risarcimento di due milioni del comune di Uvalde. Nel giorno del terzo anniversario lei e Arnulfo parteciperanno al corteo in memoria della tragedia, sventoleranno le bandiere arancioni del movimento contro la violenza delle armi da fuoco e si fermeranno al monumento con le 21 croci bianche davanti alla Robb Elementary, in cui nessun bambino studia più da quel 24 maggio 2022. “Che sia lasciata in pace l’area di questo massacro”, è la speranza rimasta ad Arnulfo.