
Ansa
basta gas russo
Il piano europeo per porre fine alla dipendenza energetica dalla Russia: stop entro il 2027
L'Ue vuole slegarsi dalla Russia entro il 2027, vietando nuovi contratti e acquisti di gas. Ma nonostante i progressi, le difficoltà persistono a causa delle opposizioni di alcuni stati membri, come l'Ungheria, che ha bloccato sanzioni su gas, petrolio e nucleare
Bruxelles. “Oggi l’Ue manda un messaggio molto chiaro alla Russia. Basta”, ha detto oggi il commissario all’Energia, Dan Jorgensen, presentando il piano dell’Unione europea per porre definitivamente fine alla dipendenza energetica dalla Russia. La Commissione intende proibire i nuovi contratti e gli acquisti di gas sul mercato spot entro la fine dell’anno. I contratti di lungo periodo già sottoscritti saranno vietati entro la fine del 2027. Il piano prevede di abbandonare gradualmente anche le importazioni petrolifere e nucleari. “Dal febbraio 2022 abbiamo comprato un valore di gas più alto di quello che abbiamo dato all’Ucraina in aiuti. L’equivalente di 2.400 caccia”, ha ricordato Jorgensen.
“La guerra in Ucraina ha brutalmente messo in luce i rischi di ricatto, coercizione economica e choc dei prezzi”, ha detto Ursula von der Leyen. “E’ giunto il momento che l’Europa interrompa completamente i suoi legami energetici con un fornitore inaffidabile. E l’energia che arriva nel nostro continente non dovrebbe finanziare una guerra di aggressione contro l’Ucraina. Lo dobbiamo ai nostri cittadini, alle nostre imprese e ai nostri coraggiosi amici ucraini”. Prima dell’inizio dell’invasione, nel 2021, il 45 per cento del gas importato dall’Ue veniva dalla Russia. Nel 2024 le importazioni russe erano scese al 19 per cento, ma in aumento rispetto al 2023, quando erano al 15 per cento. Le importazioni del petrolio russo sono crollate dal 27 per cento del 2022 al 3 per cento, ma Ungheria e Slovacchia sono ancora dipendenti all’80 per cento. L’Ue ha sviluppato anche diverse dipendenze nel settore nucleare, dalle importazioni di uranio arricchito alle componenti delle centrali dell’epoca sovietica, fino agli isotopi a uso medico. Nonostante progressi nella diversificazione per ridurre la quota di importazione dalla Russia nel settore dell’energia, il conto è ancora salato. “Sono imbarazzato che lo scorso anno abbiamo pagato 23 miliardi di euro alla Russia mentre è in guerra con l’Ucraina”, ha spiegato Jorgensen. “Anche se abbiamo ridotto la nostra dipendenza significativamente è molto denaro. E sicuramente è molto denaro per l’Ucraina”.
I vari tentativi della Commissione di colpire con le sanzioni le importazioni energetiche russe sono stati compromessi dai veti dell’Ungheria e dall’opposizione di alcuni stati membri. Il governo di Viktor Orbán ha bloccato qualsiasi restrizione sul gas (via gasdotto o via nave) e ottenuto delle deroghe per le importazioni di petrolio. L’Ungheria ha respinto ogni sanzione sul settore nucleare. La Commissione intende aggirare il problema utilizzando la legislazione dell’Ue sull’energia, invece che le sanzioni. “I divieti saranno adottati a maggioranza qualificata. Contrariamente alle sanzioni, non hanno bisogno dell’unanimità e non devono essere rinnovati. E se un paese non applica la legge, ci sono le procedure”, ha spiegato Jorgensen. Oltre ai divieti sugli acquisti di gas alla fine del 2025 il mercato spot e del 2027 per i contratti di lungo periodo, la Commissione imporrà agli stati membri di presentare dei piani nazionali per uscire dalle varie dipendenze. Per combattere la flotta di petroliere fantasma della Russia, l’Alto rappresentante, Kaja Kallas, proporrà la creazione di una missione navale militare con il compito di condurre attività di sorveglianza e monitoraggio per identificare imbarcazioni o comportamenti sospetti e per scoraggiare le attività marittime illegali.
Jorgensen ha escluso che le importazioni di gas riprenderanno in caso di un accordo di cessate il fuoco tra la Russia e l’Ucraina negoziato dagli Stati Uniti. “Anche se ci fosse pace domani, non sarebbe intelligente da parte nostra tornare a essere dipendenti dal gas russo. Abbiamo imparato che Putin usa il gas come arma. Non dobbiamo metterci nella posizione di farci ricattare di nuovo”, ha detto il commissario. “Non vogliamo sostenere la sua economia di guerra, perché non sappiamo quale sarà il prossimo paese”. Il piano segna “una rottura permanente” con la Russia, ha assicurato Kallas.
L’uscita dal gas russo sarà invece usata dalla Commissione nelle trattative con Donald Trump per cercare di arrivare a una pace commerciale. I 40 milioni di metri cubi importati nel 2024 dovranno essere sostituiti da altri fornitori. Gli acquisti di gas naturale liquefatto fanno parte del pacchetto che la Commissione sta offrendo all’Amministrazione americana per convincerla a togliere i dazi sulle merci europee.



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