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Le cose stanno andando bene per Trump. L'attesa del verdetto

Marco Bardazzi

Da otto mesi è in testa (di poco) nei sondaggi nazionali e sta allungando nei sei stati-chiave che decideranno la contesa il 5 novembre. Biden è convinto che i sondaggisti si stiano sbagliando ancora

In America comincia il weekend del Memorial Day e il paese tira un attimo il fiato prima che la corsa alla Casa Bianca entri nel vivo. Una pausa che precede una settimana cruciale, dove a dominare sarà il primo verdetto processuale contro un ex presidente: un evento inedito in due secoli e mezzo di storia americana.

Lunedì la festività dedicata ai caduti di tutte le guerre sarà un buon momento per una riflessione nazionale. Le cerimonie nel cimitero militare di Arlington, a fianco del Pentagono, serviranno a ricordare il prezzo pagato da una superpotenza impegnata su tutti i fronti del mondo. E a fare un supplemento di analisi su chi scegliere come commander in chief in un momento in cui l’America è chiamata a decidere cosa fare in Ucraina, in medio oriente, a Taiwan.    

Se si votasse oggi, probabilmente il comandante in capo sarebbe di nuovo Donald Trump, che gira nei comizi con in testa il cappellino rosso Maga (Make America Great Again) arricchito da un nuovo logo, “45-47”. Il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti arriva al giro di boa del Memorial Day con il vento nelle vele, che potrebbe spingerlo fino al traguardo di diventare anche il quarantasettesimo. La lista delle cose che gli stanno andando bene si allunga.

Nell’ultimo mese ha raccolto più soldi di Joe Biden. Da otto mesi è in testa (di poco) nei sondaggi nazionali e sta allungando nei sei stati-chiave che decideranno la contesa il 5 novembre. Nei tre stati in bilico a sud e ovest, Georgia, Arizona e Nevada, il vantaggio oscilla tra i cinque e quindici punti, che cominciano a essere tanti per una rimonta dei democratici. Nei tre dove Biden deve ricostruire il “blue wall” che lo ha fatto vincere nel 2020 (Wisconsin, Michigan e Pennsylvania), il presidente è messo un po’ meglio, ma se li conquistasse tutti perdendo gli altri tre arriverebbe a 269 voti elettorali. Uno in meno di quanti ne servono per vincere. In più, i sondaggi dicono che i candidati democratici al Congresso sono in testa negli stessi stati dove Biden fa fatica: segno che il problema è proprio il presidente.

Altri buoni segnali sono arrivati per Trump da ambienti finora ostili. Nikki Haley alla fine ha detto che voterà per lui: non è un formale endorsement, ma è una resa alla logica del partito. Pur non avendo cambiato opinione sull’ex presidente, per lei Biden “è anche peggio”. Resta da vedere se la pensa così quel venti per cento di repubblicani che alle primarie continuano a votare Haley. Giovedì sera, infine, Trump ha avuto un bagno di folla in un parco nel Bronx, di fronte a qualche migliaio di persone tra cui spiccavano anche afroamericani e ispanici. Erano otto anni che non parlava pubblicamente a New York, la città dove ha costruito la sua fortuna, ma che gli è ostile dall’inizio della sua presidenza. Resta però da vedere che cosa ha in serbo per lui New York sul piano giudiziario. Martedì riprende il processo dove Trump rischia anni di galera per l’accusa di aver cercato di nascondere i soldi con cui aveva pagato il silenzio di un’attrice porno su una loro relazione. Accusa e difesa faranno gli interventi finali, poi la giuria si ritirerà in camera di consiglio e l’America tratterrà il fiato.

La Casa Bianca, nel frattempo, ostenta fiducia. Biden è convinto che i sondaggi stiano sbagliando come era già successo nelle elezioni di mid-term del 2022 e che al momento di votare indecisi, indipendenti, neri e ispanici che si sono allontanati, torneranno da lui. In occasione di una cena di stato offerta al presidente del Kenya, giovedì sera, Biden ha presentato ai commensali un ospite a sorpresa che potrebbe essere la sua arma non troppo segreta: Barack Obama. 

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