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il conflitto in medio oriente

L'Aia ordina lo stop a Israele, che continua a trovare solo cadaveri dei rapiti da Hamas

Giulio Meotti

La Corte internazionale di giustizia chiede di fermare l’offensiva militare a Rafah deliberando a favore della richiesta del Sudafrica. Per lo stato ebraico la priorità assoluta è la restituzione degli ostaggi: su oltre 240 catturati il 7 ottobre, secondo l'intelligence sarebbero vivi in trenta

Dopo la richiesta di arresto di Benjamin Netanyahu da parte del procuratore della Corte penale dell’Aia, la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva militare a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, deliberando a favore della richiesta del Sudafrica, che ha accusato Israele di “genocidio”. Il risultato della votazione è stato di 13 a 2. I due voti contrari sono Julia Sebutinde, rappresentante dell’Uganda presso la Corte, e di Aharon Barak, ex presidente dell’Alta corte israeliana e nominato da Gerusalemme presso il comitato della Corte di giustizia. 

Altri tre giudici sostengono che la clausola operativa della decisione della corte non limita Israele nell’immediato, ma solo nel caso che l’operazione a Rafah dovesse contravvenire alla Convenzione di Ginevra. Intanto Israele continua a trovare corpi di ostaggi a Rafah. La scorsa settimana sono stati ritrovati i corpi di  tre civili, fra cui quello di Shani Louk, la ragazza simbolo del 7 ottobre. L’esercito israeliano oggi ha recuperato i corpi di altri tre ostaggi, fra cui il cadavere del fidanzato di Shani, Orión Hernández Radoux, e quelli di Hanan Yablonka e Michel Nisenbaum. Erano al festival Supernova quando è stato attaccato dai terroristi di Hamas. 

Il gabinetto di guerra di Israele ha intanto approvato la ripresa dei colloqui indiretti con Hamas per il rilascio degli ostaggi dopo settimane di stallo. La priorità assoluta è la restituzione degli ostaggi catturati da Hamas. Oltre 240 ostaggi sono stati presi il 7 ottobre. Ufficialmente ci sono 124  rapiti ancora a Gaza. Ma ogni giorno che passa, Israele trova sempre più solo ostaggi morti e diminuiscono le possibilità di trovarne di vivi. E il numero di  vivi o morti è fondamentale per le proposte di cessate il fuoco, che prevedono lo scambio  con terroristi palestinesi detenuti in Israele. Gli ostaggi vivi sarebbero solo trenta, secondo l’intelligence di Israele. Hamas non fornisce informazioni su quanti  siano vivi, perché sa che lasciare gli israeliani all’oscuro sulla sorte dei rapiti li mette nella condizione di non sapere per cosa stanno negoziando. 

 

Nel campo di Jabaliya è stato trovato il corpo di  Louk. Il pozzo da cui sono stati estratti i corpi sembrava  normale. Cemento, scala e  gola di dieci metri. Salvo che l’edificio dove si trova il pozzo è stato costruito dall’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i palestinesi. E con i finanziamenti europei, come rivela l’insegna sulla porta: “Con il generoso sostegno della Repubblica federale tedesca”. Hamas ha un macabro senso dell’ironia: Shani Louk, il cui corpo era conservato sotto quell’edificio, era anche una cittadina tedesca.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.