Editoriali
Così la ministra del Lavoro spagnola e Ali Khamenei parlano la stessa lingua
La guida suprema dell'Iran e Yolanda Díaz sui social scrivono "Palestina libera, dal fiume al mare", utilizzando il celebre slogan usato da Hamas in ogni occasione e reso popolare a partire dagli anni '60
"La promessa di Allah di liberare la Palestina dal fiume al mare si realizzerà". "La Palestina sarà libera dal fiume al mare". Il primo è un post dell’Ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema dell’Iran, al fianco del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, accorso a Teheran per il funerale del presidente Raisi. Il secondo è un video di Yolanda Díaz pubblicato sui suoi social network, in cui il ministro del Lavoro spagnolo celebra il riconoscimento dello stato palestinese da parte della Spagna, che entrerà in vigore il 28 maggio, come annunciato ieri da Pedro Sánchez. Lo slogan, reso popolare negli anni ‘60 dagli intellettuali palestinesi, è utilizzato dai leader di Hamas, lo scrivono nel loro manifesto e lo ripetono a ogni adunata. Rivendica la sovranità palestinese dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, territorio in cui si trova lo stato israeliano (“tumore” da estirpare, direbbero gli iraniani).
Che la sinistra di Díaz lo faccia suo, dovrebbe farci riflettere sulla capacità della piovra iraniana e islamista di costruire ponti nella diaspora occidentale, anche progressista. Leader del Movimiento Sumar al governo con Sánchez, seconda vicepresidente del governo e ministro del Lavoro, già il 7 ottobre Díaz ha arringato una folla a Cadice esprimendo sostegno ai “fratelli e sorelle del popolo palestinese”. Sembra che una parte della politica e della cultura occidentale abbia perso ogni freno inibitore su Gaza. Ci manca soltanto che urlino “morte agli ebrei” (“Intifada” già molti lo dicono). Per dirla con il più famoso intellettuale spagnolo, Fernando Savater, umanista e libertario di sinistra senza tanti peli sulla lingua, “una cosa è essere progressisti e un’altra è essere stupidi”. Anche se Khamenei e Haniyeh di utili idioti hanno davvero bisogno.
la sconfitta del dittatore