Un uomo si è asserragliato nel consolato iraniano a Parigi. Arrestato

È intervenuta la brigata d'élite Bri. Non è stato trovato materiale esplosivo, come si era pensato in un primo momento. Il sospetto era stato arrestato per l'incendio dello stesso consolato a settembre. Aveva giustificato la sua azione come protesta contro il regime degli ayatollah

Un uomo si è asserragliato nel consolato iraniano a Parigi. La polizia è stata dispiegata davanti all'edificio, che si trova in Rue Fresnel, nel XVI distretto della città, in pieno centro e non lontano dalla Torre Eiffel. Le forze di sicurezza francesi hanno fatto irruzione su richiesta delle autorità diplomatiche. Il sospetto è stato arrestato poco dopo le 14:45, ha riferito BfmTv. In un primo momento i media francesi hanno riportato le dichiarazioni di alcuni testimoni che sostenevano di avere visto l'uomo portare con sé una granata o indossare un giubbotto esplosivo. Dopo l'arresto dell'uomo, tuttavia, non è stato trovato materiale esplosivo.

 

"Ha minacciato di commettere atti violenti", indica la procura di Parigi, che poi precisa che l'uomo "è uscito da solo" dal consolato e che alla fine non sono state trovate armi o esplosivi "né su di lui, né sul posto". Secondo diversi testimoni, l'uomo avrebbe esposto delle bandiere sul piazzale del consolato, affermando di voler vendicare la morte del fratello

 

L'uomo era già noto alla polizia: era stato arrestato per l'incendio avvenuto nello stesso consolato iraniano nel settembre 2023. Processato il 24 ottobre dello stesso anno, era stato condannato a 8 mesi di reclusione. Alla sentenza era stato aggiunto il divieto di recarsi nel XVI arrondissement di Parigi e quello di portare armi per cinque anni. A ottobre si riconobbe colpevole e giustificò la sua azione con il suo impegno politico contro il regime iraniano. Alla sbarra del tribunale aveva scandito lo slogan "Donna, vita, libertà", utilizzato dai manifestanti iraniani dopo la morte di Mahsa Amini, che ha suscitato una grande mobilitazione nel paese. L'uomo aveva spiegato di aver agito da solo e di aver compreso la gravità del suo gesto, senza però pentirsene. Si tratta di una persona fuggita dall'Iran nel 1979 e che ha poi studiato all'università di Parigi.

  

Le immagini della scena mostrano gli agenti delle "brigades" (le Brigate di ricerca e intervento, Bri, un corpo speciale con funzioni investigative e d'intervento) che circondano l'area. Le strade intorno al consolato, vicino al Trocadero e alla Senna, sono state transennate.

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