Editoriali

Tutto per Kylian Mbappé al Paris Saint-Germain

Emmanuel Macron organizza il vertice all’Eliseo con l’emiro del Qatar per salvare la Ligue 1, e un po’ tutta la Francia

Per convincere Kylian Mbappé, star della Nazionale di calcio francese, a rinunciare alle sue nozze col Real Madrid e a restare ancora per qualche anno al Paris Saint-Germain, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha tentato ieri sera la sua ultima chance: invitandolo all’Eliseo in occasione della cena di stato organizzata per la visita in Francia dell’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al Thani, proprietario del Psg attraverso il fondo sovrano qatariota, e spiegandogli a quattr’occhi quanto sia importante non solo per la squadra di calcio parigina, ma per la Francia  intera. Alla cena, ieri sera, è stato invitato anche il presidente del Psg, Nasser al Khelaïfi, oltre agli alti dirigenti del calcio bleu blanc rouge. Secondo alcune fonti citate dalla stampa francese, l’emiro potrebbe aver sottoposto all’attaccante una nuova e pressoché irrinunciabile offerta; secondo altre, invece, facendo anche leva sulle dichiarazioni dell’allenatore del Psg Luis Enrique – “Prima o poi dovremo abituarci a giocare senza Mbappé” – la dirigenza qatariota si sarebbe rassegnata.
 

Di certo, Mbappé non è soltanto l’attaccante più forte del mondo: è un patrimonio nazionale, l’incarnazione della banlieue che ce l’ha fatta (è nato a Bondy, periferia multietnica), e soprattutto uno dei pochissimi motivi per cui anche all’estero i tifosi di calcio guardano una partita della Ligue 1, da sempre campionato periferico nel panorama europeo, ma che negli ultimi anni, grazie all’arrivo dei qatarioti, aveva conquistato l’attenzione del mondo. Zlatan Ibrahimovic, nel 2016, disse che “il Psg è nato quando sono arrivati i qatarioti”, e nel 2022, con la sua solita vena provocatoria, aggiunse che da quando se n’era andato non c’era più “nulla di cui parlare in Francia”, che la Ligue 1 non aveva più alcun sapore, più alcun interesse. Se anche Mbappé decidesse veramente di andarsene, sarebbe un duro colpo non solo per l’immagine della Ligue 1, ma anche per quel che resta della grandeur francese.

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