Nicolas Schmit (foto LaPresse)

Verso le europee

Nicolas Schmit, Mr Salario minimo dal Lussemburgo al Pse

Pietro Guastamacchia

Nicolas Schmit avrà meno di cento giorni per convincere gli elettori socialisti da Lisbona a Tallin di essere il volto progressista di cui l’Ue ha bisogno. C'è un problema (ma non per i socialisti): fuori Bruxelles lo conoscono in pochi

Bruxelles. Un socialista dal Lussemburgo, la dtl d’Europa, è l’uomo che Elly Schlein e i vertici del Pse hanno scelto per guidare l’impossibile sfida di sfilare la poltrona più alta d’Europa a Ursula von der Leyen. Il commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit, è infatti oggi l’unico candidato del Partito socialsta europeo per il ruolo di Spitzenkandidat, il mai decollato sistema di candidati unici alla presidenza della commissione europea, ed è già stato ribattezzato dagli addetti ai lavori “lo Schmitzenkandidat”. 

La campagna elettorale di Schmit si aprirà al congresso del Pse a Roma il 2 marzo, quando i leader dei partiti socialisti europei daranno ufficialmente al lussemburghese il compito di trainare la loro campagna nella complicata battaglia elettorale delle elezioni europee di giugno. Una sfida dominata dal recente annuncio di candidatura dell’attuale presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e insidiata dal probabile exploit delle destre europee. Dalla nomina di Roma in poi, Nicolas Schmit avrà meno di cento giorni per convincere gli elettori socialisti da Lisbona a Tallin di essere il volto progressista di cui l’Ue ha bisogno

Il cursus honorum di Schmit è quello di un uomo impastato d’Europa, con una vita politica nel partito socialista lussemburghese Lsap. La sua avventura nella burocrazia europea inizia nel 1990 con la carica di consigliere presso la Rappresentanza permanente del Lussemburgo presso l’Ue, partecipando così ai lavori della Conferenza intergovernativa che portano al Trattato di Maastricht. Dal 1998 al 2004 diventerà poi ambasciatore presso l’Ue.

Ma quello che ha convinto la presidente del gruppo dei socialisti europei, la spagnola Iratxe García Pérez, a considerare Schmit  “l’uomo che incarna la nostra immagine e i nostri valori di socialisti e progressisti europei”, come ha detto in un’intervista al Foglio, è la sua esperienza di riformista sui temi legati alla giustizia sociale ed al lavoro. Ministro del Lavoro in Lussemburgo dei governi di Juncker e Bettel dal 2009 al 2018, Schmit si è distinto per un’attenzione speciale alle politiche sociali, di lotta alla disoccupazione e di sostegno all’integrazione dei migranti. Certo, “facile lo stato sociale con i soldi di un semi-paradiso fiscale”, commentarono sibillini a inizio legislatura alcuni compagni di gruppo, ben più mediterranei del commissario del Granducato, che accusano ancora oggi Schmit di essere un radicale  “che vive nel centro storico dell’Ue”. Voci silenziate però dalla capogruppo García Pérez, “l’attenzione di Nicolas ai temi del lavoro è ineguagliata”.

Durante il mandato da commissario, Schmit si trasforma in “Mr Salario minimo”, il lussemburghese si intesta la battaglia per redigere la direttiva europea sul salario minimo che diventa una delle bandiere dell’operato dei socialisti a Bruxelles. Testo che ben presto diventa anche un punto di riferimento  per il Movimento 5 Stelle, che assieme al Pd vede  in questa battaglia una possibile base per federare le opposizioni italiane, processo a cui il congresso di Roma potrebbe  dare un’accelerata.

Ma se a Bruxelles Schmit è persona nota, appena si lascia la capitale belga le cose si complicano: “Schmit chi?”, titolava l’editoriale di Politico la mattina dopo l’annuncio della sua candidatura unica. Per i socialisti però questo non è un problema, “la campagna si fa sui contenuti e non sulle persone”, spiega García Pérez. Ma anche i contenuti non sono tutte vittorie: l’altra grande battaglia del Commissario lussemburghese infatti è stata la direttiva europea sui lavoratori delle piattaforme, ovvero per i diritti di riders e autisti di app come Uber o Deliveroo, testo che però che si è frantumato sotto il fuoco del governo francese e tedesco nei giorni scorsi. E allora si torna ancora al salario minimo, il binario su cui i socialisti europei vogliono impostare la loro campagna per le europee nel 2024 e quindi la scelta non poteva che ricadere su Schmit: Mr Salario Minimo dal ricco Lussemburgo.

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