Un colpo inedito

Kaja Kallas è ricercata da Mosca. La lista russa e la difesa a lungo termine dell'Europa

Paola Peduzzi

Per la prima volta il leader di un paese straniero viene messo nella lista dei “ricercati” dalle autorità russe. La rivelazione sembra in sincrono con quel che è avvenuto nel dibattito degli ultimi giorni, tra l'intervista a Putin di Carlson e l'invito di Trump ad attaccare la Nato. La reazione della premier estone e l'allarme dell'intelligence su un confronto a lungo termine che necessita di una difesa adeguata

Il ministero dell’Interno russo ha inserito la premier estone, Kaja Kallas, nella lista dei ricercati per “azioni ostili contro la Russia”. E’ la prima volta che il leader di un paese straniero viene messo nella lista dei “ricercati” dalle autorità russe e anche se secondo il sito che ha scoperto l’elenco, Mediazone, il nome è presente già da metà ottobre, la rivelazione sembra in sincrono con quel che è avvenuto nel dibattito degli ultimi giorni.

La settimana scorsa, nella prima intervista a un giornalista occidentale – l’americano antioccidente Tucker Carlson – Vladimir Putin aveva detto di non aver alcuna intenzione di attaccare i paesi della Nato, che quella era una stupidaggine messa in giro dalla Nato e dall’America che sono sempre a caccia di provocazioni, è la Russia sotto attacco non gli alleati atlantici.  Un paio di giorni dopo, l’ex presidente americano Donald Trump, che cerca la rielezione e che va fiero del suo putinismo, ha invitato Putin a colpire i paesi dell’Alleanza atlantica che non pagano la loro quota per la difesa collettiva: “Non li proteggerò”, ha detto. Il Cremlino è da tempo in ascolto del mondo trumpiano e poi redige le sue liste.

Secondo l’agenzia di stato russa Tass, nell’elenco ci sono anche il segretario di stato estone, Taimar Peterkop, e il ministro della Cultura della Lituania, Simonas Kairys, ma secondo l’inchiesta del sito Mediazona ci sarebbero altri esponenti politici europei nella lista del ministero dell’Interno russo, compresi 59 parlamentari lettoni e altri lituani e polacchi. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha scritto sul suo canale telegram che gli estoni sono stati aggiunti a questo elenco “per crimini contro la memoria di coloro che hanno liberato il mondo dal nazismo e dal fascismo” e ha aggiunto che questo è soltanto l’inizio. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, commentando la notizia ha detto che “queste sono persone responsabili di decisioni che sono essenzialmente una profanazione della memoria storica. Sono persone che hanno intrapreso azioni ostili sia contro la memoria storica sia contro la nazione”. L’azione ostile è la volontà di smantellare un monumento sovietico a Narva, una città estone vicina al confine con la Russia.

La premier estone ha risposto su X dicendosi per nulla sorpresa e anzi: “Questa è l’ulteriore prova del fatto che sto facendo la cosa giusta: il forte sostegno dell’Unione europea all’Ucraina è un successo che fa male alla Russia”.  Kallas ha ribadito quel che dice con una chiarezza quasi unica in Europa dal primo giorno: gli strumenti che usa Mosca non sono mai cambiati, e ha di nuovo citato la sua esperienza personale: “Lo so dalla storia della mia famiglia. Quando mia nonna e mia madre furono deportate in Siberia, il Kgb aveva rilasciato un mandato di arresto”. Se Putin pensa che questo possa silenziare la Kallas, si sbaglia, e lei continuerà a investire nella Difesa dell’Europa e dell’Ucraina. L’Estonia stanzia il 2 per cento del suo prodotto interno lordo per la Nato: secondo la nuova regola trumpiana, in realtà dovrebbe essere tra i paesi che andrebbero protetti, ma l’intelligence estone ha rinnovato ancora ieri l’allarme: secondo le sue informazioni, la Russia intende raddoppiare il numero di truppe lungo il confine con gli stati baltici e la Finlandia (appena entrata nella Nato). Il direttore generale dei servizi estoni, Kaupo Rosin, ha detto ai giornalisti: “La Russia ha scelto la strada di uno scontro sul lungo termine. Stiamo assistendo a un aumento degli uomini, vedremo anche un aumento di mezzi e di sistemi di artiglieria nei prossimi anni”.

Non ci si aspetta un conflitto immediato, visto che la Russia è molto esposta in Ucraina, ma nel prossimo futuro: per questo la Kallas e altri leader di paesi che hanno già sperimentato la violenza russa insistono sulla necessità di essere pronti e di pensare non soltanto a oggi e all’Ucraina – cosa in ogni caso urgente e indispensabile – ma a tutta l’Europa. La difesa di un mondo e di un ordine non può essere soltanto una priorità dettata dalla geografia, ma una scelta strategica e duratura.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi