dalla nostra inviata

L'attentato a Gerusalemme dopo una notte di trattative inquiete

Micol Flammini

Pochi minuti dopo l'annuncio ufficiale di una nuova estensione della tregua, due terroristi hanno sparato contro una fermata dell'autobus uccidendo tre persone. Hamas ha rivendicato l'attacco

Tel Aviv, dalla nostra inviata. Alle 7 del mattino, dopo una notte in cui tutto il lavorio diplomatico sembrava pronto a crollare, è stata annunciata l’estensione della pausa dai combattimenti per un altro giorno. Quaranta minuti dopo, due fratelli identificati con i nomi di Murad e Ibrahim Namr, 38 e 30 anni, sono arrivati in macchina all’ingresso principale di Gerusalemme, sono scesi con un fucile d’assalto M-16 e una pistola e hanno iniziato a sparare contro le persone in attesa alla fermata dell’autobus: il bilancio è di tre morti e sei feriti. Al fuoco hanno risposto due soldati fuori servizio e un civile armato che hanno neutralizzato i due attentatori. Il servizio di sicurezza interna, lo Shin Bet, ha identificato i due uomini come membri di Hamas e già erano stati in carcere per attività terroristiche. Murad aveva pianificato degli attacchi coordinandosi con i membri dell’organizzazione nella Striscia di Gaza e aveva trascorso dieci anni in carcere, suo fratello minore Ibrahim per lo stesso motivo era stato arrestato nel 2014. Il gruppo terroristico ha poi rivendicato l'attacco.

 

Oggi è il sesto giorno di tregua tra Israele e Hamas, è atteso l'incontro tra il segretario di stato americano Antony Blinken e il governo israeliano per discutere delle future operazioni nella Striscia di Gaza e ogni giorno la pausa dai combattimenti si fa più fragile così come la consegna degli ostaggi. Ieri sera il gabinetto di guerra israeliano aveva votato all'unanimità che se Hamas entro le 7 del mattino non avesse consegnato una lista di ostaggi secondo i criteri concordati, i combattimenti a Gaza sarebbero ripresi. Poco prima dello scadere della tregua, Hamas ha consegnato la lista che però conteneva i nomi di cinque donne e bambini e i corpi di tre ostaggi morti durante la prigionia, mentre l'accordo prevede un giorno di estensione della tregua per ogni dieci ostaggi liberati. I miliziani aveva detto che non erano riusciti a rintracciare altri ostaggi e successivamente hanno presentato una lista con otto ostaggi. Israele ha accettato, decidendo di conteggiare i due cittadini russi rilasciati ieri come parte delle liberazioni di oggi. Finora Hamas ha rilasciato novantacinque ostaggi, mentre Israele, come parte dell’accordo, ha scarcerato duecentodieci palestinesi detenuti.

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  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.