Ancora una volta sono gli Houthi che in nome dell'Iran alzano la tensione. Il cargo sequestrato

Giulia Pompili

Da tre giorni si cerca di negoziare il rilascio della nave Galaxy Leader, che nel frattempo è arrivata in Yemen. Mentre aumentano le aspettative per una pausa umanitaria a Gaza, tra il canale di Suez e il Mar Rosso cresce la preoccupazione per le operazioni dei gruppi di estremisti islamici contro le navi container

“Alla luce dei recenti attacchi ai civili da parte degli houthi, e ora della pirateria di una nave in acque internazionali, abbiamo iniziato una revisione delle potenziali designazioni terroristiche e valuteremo altre opzioni insieme ai nostri alleati e partner”, ha detto ieri ai giornalisti il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano, John Kirby. Il video di propaganda pubblicato dal gruppo yemenita è inequivocabile: un commando di miliziani in tuta mimetica fa atterrare un elicottero sul ponte di una gigantesca nave cargo gridando contro Israele, minaccia l’equipaggio e sequestra l’intero cargo. E’ successo domenica scorsa, e da tre giorni si cerca di negoziare il rilascio della nave Galaxy Leader, che nel frattempo è arrivata al porto di Hodeidah in Yemen.  Proveniente dalla Turchia e diretto in India, il cargo è gestito dalla compagnia di navigazione giapponese Nyk, aveva un comandante bulgaro e un equipaggio proveniente da almeno altri cinque paesi, nessuno dei quali israeliano. Ma il portavoce degli houthi, Yahya Sare’e, ha confermato che la nave è stata sequestrata perché “di proprietà israeliana”, in quanto la proprietà dell’operatore sarebbe legata all’uomo d’affari israeliano Abraham “Rami” Ungar. 

Mentre aumentano le aspettative per una pausa umanitaria a Gaza, nell’area marittima tra il canale di Suez e il Mar Rosso cresce la preoccupazione per le operazioni dei gruppi di estremisti islamici contro le navi container. L’intento di escalation da parte dell’Iran, che sostiene gli houthi, è piuttosto chiaro: le azioni di terrorismo contro i cargo nell’area marittima costringerebbero l’alleanza occidentale a scortare i cargo, lasciando potenzialmente scoperta l’area di fronte a Gaza in caso di allargamento del conflitto. L’Iran dice di non voler intervenire contro Israele, rassicura addirittura gli Stati Uniti, intanto i suoi alleati minacciano e aprono nuovi fronti.

Di più su questi argomenti:
  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.