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In Belgio

Abdesalem Jilani, l'attentatore clandestino di Bruxelles era già nel mirino dell'Italia

Mauro Zanon

L'uomo, fermato e ucciso dalla polizia durante la fuga dopo l'attentato terroristico, era noto alle autorità per traffico di esseri umani, soggiorno illegale e minaccia per la sicurezza dello stato

Sono le 19.15 di lunedì quando all’angolo tra boulevard d’Ypres e boulevard du Neuvième de Ligne, a Bruxelles, un uomo armato di un kalashnikov apre il fuoco contro alcune persone appena scese da un taxi, le insegue mentre tentano di rifugiarsi nella hall di un immobile del Fonds flamand pour le logement, e le fredda con una scarica di colpi. Poi prende la fuga e pubblica un video nel quale rivendica di essere un miliziano dello Stato islamico: “Sono Abdesalem Jilani, mi sono vendicato per i musulmani. Ho ucciso tre (sono due in realtà, ndr) svedesi ora. Si vive per la religione e si muore per la religione. Sono pronto a incontrare Dio felice e sereno”. Abdesalem Jilani Meftah Lassoued, che su Facebook si firmava Slayem Slouma, 45 anni e di nazionalità tunisina, è stato fermato e ucciso soltanto martedì mattina, al termine di una notte di terrore per le strade della capitale belga, mentre faceva tranquillamente colazione all’Al Khaima, un bar-ristorante di Schaerbeek, comune dell’agglomerazione bruxellese. “Era noto alla polizia per traffico di esseri umani, soggiorno illegale e minaccia per la sicurezza dello stato”, ha dichiarato il ministro della Giustizia belga, Vincent Van Quickenborne. Che ha anche aggiunto che un servizio di polizia straniera aveva informato le autorità belghe che Lassoued era radicalizzato ed era un candidato al jihad. Sbarca a Lampedusa nel 2011 e risale l’Europa fino alla Svezia. Da qui, viene rispedito indietro da “dublinante”, perché è in Italia che ha presentato la sua prima richiesta d’asilo. Il movente che ha portato l’uomo a prendere di mira persone di nazionalità svedese, ha spiegato il ministro della Giustizia belga, potrebbe essere legato ai roghi del Corano avvenuti in Svezia nei mesi scorsi. 

Del suo soggiorno temporaneo in Svezia ha dato conferma ieri il primo ministro svedese Ulf Kristersson. “Tutto lascia pensare che si tratta di un attacco terroristico contro la Svezia e i cittadini svedesi, semplicemente perché sono svedesi”, ha dichiarato il capo del governo di Stoccolma durante una conferenza stampa (la grande presenza svedese di martedì sera a Bruxelles è legata alla partita tra Belgio e Svezia valida per le qualificazioni a Euro 2024, sospesa al primo tempo, ndr). Nel 2016, anno degli attentati all’aeroporto di Zaventem e alla stazione della metropolitana di Maelbeek a Bruxelles, Lassoued viene nuovamente rintracciato e identificato dalle autorità italiane durante un suo passaggio a Bologna. La Digos è a conoscenza della pericolosità dell’individuo e della sua vicinanza alla galassia dell’islam radicale: viene anche sottoposto a un controllo, secondo fonti sentite dal Corriere, ma non emerge nessuna infrazione decisiva che possa portare un fermo. Lassoued sparisce dai radar, va in Belgio, dove presenta una richiesta d’asilo nel novembre del 2019 (rifiutata l’anno dopo). E sparisce di nuovo. Sempre da clandestino, nell’estate del 2021, come dimostrato da una foto sul suo profilo Facebook (ora oscurato), riappare in Italia: si trova a Piazza della Vittoria, nel centro di Genova, probabilmente con l’intenzione di varcare la frontiera e dirigersi in Francia come tanti altri tunisini.

Al vaglio della polizia e dei servizi italiani c’è anche l’ipotesi di un collegamento fra Lassoued e il connazionale Amis Amri, ucciso nel dicembre 2016 a Sesto San Giovani durante un conflitto a fuoco con la polizia, dopo aver commesso un attentato al mercatino di Natale di Berlino a bordo di un tir. Lo scorso giugno, Lassoued viene intercettato in una moschea di Bruxelles. A inizio 2023, secondo quanto riferito ieri dal ministro della Giustizia belga, avrebbe minacciato una persona che vive in un centro di accoglienza attraverso i social network. Quest’ultima lo avrebbe denunciato, aggiungendo che Lassoued era stato condannato per terrorismo in Tunisia. Dopo una serie di accertamenti, le autorità belghe scoprono che l’uomo è stato in realtà condannato per reati minori, ma decidono comunque di convocarlo per un interrogatorio martedì 17 ottobre 2023, ossia il giorno dopo del suo passaggio all’azione costato la vita a due cittadini svedesi. Secondo quanto comunicato ieri dalle autorità di Stoccolma, le due vittime sono un uomo originario della regione di Stoccolma di una settantina d’anni e uno di una sessantina domiciliato in Svizzera. In un altro video registrato prima dell’attacco, Lassoued prestava giuramento allo Stato islamico dichiarando che “il libro di Allah è una linea rossa per la quale ci si sacrifica”.

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