tensioni internazionali

No, la Nato non vuole la guerra con la Russia: l'incidente in Romania lo dimostra

Micol Flammini

Alcuni frammenti di drone sono stati trovati nello stato confinante con l'Ucraina, membro dell'Alleanza atlantica. L'inchiesta annunciata dal governo di Bucarest dimostra la coordinazione dei paesi membri

La Nato non ha nessuna intenzione di entrare in guerra con la Russia, come invece ripete di continuo la propaganda del Cremlino,  e basterebbe a dimostrarlo  l’ultimo episodio sui frammenti di drone trovati in Romania, un paese membro dell’Alleanza atlantica. Alcuni giorni fa, durante uno dei bombardamenti massicci della Russia contro i porti ucraini, i droni di fabbricazione iraniana avevano colpito il porto di Izmail, non  distante dal confine romeno. Il ministero degli Esteri ucraino aveva dichiarato che i droni si erano schiantati nel territorio della Romania. Aveva prima citato informazioni del Servizio statale della guardie di frontiera, poi quando la Romania aveva smentito categoricamente, aveva mostrato delle immagini. Bucarest aveva aggiunto che il suo confine è sempre monitorato e non erano state rilevate minacce russe, ma le parole di oggi del ministero della Difesa e del presidente romeno sono diverse. Entrambi hanno confermato la presenza di frammenti drone, dando ragione a Kyiv, e hanno aperto un’inchiesta “urgente e professionale” per accertare la provenienza dell’arma.

L’atteggiamento dei paesi della Nato quando la guerra russa si estende nel loro territorio è sempre coordinata con gli altri alleati  e, proprio come era avvenuto in Polonia, quando un missile della contraerea aveva ucciso due persone, la prima reazione è stata quella di attendere. L’inchiesta romena serve non solo ad avere ogni dettaglio, ma anche a calmare la situazione ed evitare il panico. Allo stesso tempo Bucarest non poteva non denunciare la violazione della sua sovranità territoriale, perché sarebbe stato un via libera agli attacchi di Mosca, per questo la retromarcia sulle dichiarazioni è stata necessaria. I bombardamenti russi possono finire nel territorio della Nato, che non ha intenzione di entrare in guerra, ma non ha intenzione neppure di lasciare che Mosca continui ad avvicinarsi ai confini. Per evitare la guerra, coordinarsi tra alleati è il primo passo. Finora sempre rispettato con molta attenzione.

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.