Editoriali
La resa secondo Limes, accettare “violenza e rivalità come costanti nelle relazioni tra gli Stati”
Sbandierare la democrazia come modello per tutti non è una provocazione. La critica a questa forma di governo è l’anima stessa di questa perché pone continuamente il problema di adeguarla e riformarla
La rivista Limes legge “il ritorno della guerra nel Vecchio Continente” come una prova del fatto che bisogna accettare “violenza e rivalità come costanti nelle relazioni tra gli Stati”. Potrebbe sembrare un richiamo al realismo, quasi ovvio, ma in realtà è un invito all’occidente a rinunciare alle sue “illusioni”, prima fra tutti l’aspirazione a una diffusione della democrazia come strumento essenziale per favorire la convivenza pacifica e il rispetto reciproco tra gli Stati. Come si può notare anche in altri articoli di Limes, lo sfondo è una specie di nostalgia della guerra fredda, di una situazione di stallo in cui solo la deterrenza nucleare reciproca evitava lo scontro frontale tra la grandi potenze. Tutte o quasi le crisi internazionali, da Srebrenica alla Libia, sarebbero la conseguenza del tentativo insensato di “imporre” la democrazia in aree in cui non ne esistono i presupposti.
D’altra parte, sempre secondo l’editoriale di Limes, non ha senso “sbandierare la democrazia quale migliore modello di governo possibile, sebbene ogni sua declinazione sembri del tutto superata”. La critica della democrazia è l’anima della democrazia perché pone continuamente il problema di adeguarla e riformarla, ma se si pensa che “ogni sua declinazione” sia inadeguata, si allude, più o meno inconsapevolmente, a una prospettiva di drastica limitazione della libertà anche in occidente come inevitabile.
D’altra parte in un mondo in cui le uniche “costanti” sono “violenza e rivalità tra gli stati” le ragioni della forza sono destinate a soverchiare fino ad annullarla la forza della ragione. Per contrastare o almeno contenere le mire espansionistiche della Russia e della Cina bisogna in sostanza imitare i loro regimi? Leggere la realtà con gli occhiali cinici dei una presunta realpolitik crea distorsioni gravi. Con questo metro il rapporto di forze tra Russa e Ucraina avrebbe dovuto portare alla resa di Kyiv in poche settimane. Era quello che credeva Putin, ma non è andata così, forse anche per la forza di attrazione di questa povera democrazia tanto vituperata da Limes.
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