(foto di Nicholas Doherty su Unsplash) 

l'esempio

Perché le pale eoliche nel mare di Moby Dick sono una svolta

Marco Bardazzi

Il modello è europeo ed è il mare del Nord. Il progetto Wineyard wind e come cambia l’America

E’ un pezzo d’oceano carico di memorie di Melville e dei Kennedy. Sono le acque delle baleniere a caccia di Moby Dick e dei vacanzieri più esclusivi d’America. E adesso diventano anche il luogo della prima wind farm americana: 62 gigantesche pale eoliche che rappresentano l’avanguardia di un potenziale boom che punta a trasformare la costa atlantica degli Stati Uniti in una replica del mare del Nord europeo. I primi giganteschi pali sono stati installati sui fondali a 24 chilometri al largo dell’isola di Martha’s Vineyard. Serviranno a sorreggere le 62 turbine alte 260 metri che dall’estate 2024 saranno pronte a entrare in funzione. L’America ha pale eoliche sparse qua e là sulla terraferma e ha fatto test anche lungo le coste, ma la gigantesca wind farm al largo del Massachusetts rappresenta una novità assoluta. Vineyard Wind, come è battezzato il progetto da 4 miliardi di dollari, genererà 800 megawatt di elettricità e alimenterà 400 mila abitazioni, oltre a dare lavoro a un gran numero di persone in una zona che di solito si anima solo in estate. Se le cose funzioneranno come previsto, sarà solo il primo di una serie di progetti analoghi che puntano a creare un’alternativa alle fonti fossili in un’America che, con l’Amministrazione Biden, ha imboccato con convinzione la strada della decarbonizzazione. 

 

I pali che spuntano in questi giorni nell’oceano rappresentano anche un traguardo raggiunto a fatica, dopo vent’anni di battaglie politiche e legali con le comunità locali, rese forti dai potenti villeggianti della zona. L’opposizione in questo caso non è certo venuta da destra, visto lo spirito progressista di questo pezzo di New England. C’è stata nel 2019 una frenata provocata dall’Amministrazione Trump, che non vedeva con simpatia i progetti eolici e aveva imposto altri anni di studi (lo stallo è stato poi sbloccato da Biden). Ma un progetto precedente, che prevedeva l’installazione delle pale molto più vicino alla costa, nel tratto di mare compreso tra le isole Martha’s Vineyard e Nantucket e la penisola di Cape Cod, fu abbandonato per la persistente opposizione da sinistra di un gruppo di politici progressisti guidati dal senatore Ted Kennedy, scomparso nel 2009. 

I Kennedy hanno a Hyannis, a Cape Cod, il loro celebre “compound”, la gigantesca casa delle vacanze carica dei ricordi del presidente JFK e dei fratelli Bob e Ted. Tutta la zona è un campionario di memorie politiche, cinematografiche e letterarie di area democratica (l’altra dinastia celebre del New England, i Bush, preferiva le vacanze in Maine o nel ranch in Texas). E le pale eoliche fino a ora erano state viste come intrusi che potevano rovinare l’atmosfera magica.

 

Martha’s Vineyard è l’isola delle vacanze dei Clinton e degli Obama. E’ il mare dove persero la vita John-John Kennedy e la moglie Carolyn Bessette in un incidente aereo. E’ il luogo che compromise per sempre la carriera politica di Ted nel 1969, quando la sua auto finì fuoristrada sul ponte di Chappaquiddick, in un incidente mai chiarito nel quale perse la vita la sua assistente Mary Jo Kopechne. E’ l’isola dove Steven Spielberg venne a girare “Lo Squalo” e dove è seppellito John Belushi, che l’amava. E’ un posto, insomma, che riassume tutte le caratteristiche di quello che da destra viene considerato “woke”: non a caso lo scorso anno Ron DeSantis, il governatore della Florida che sfida Trump per la nomination repubblicana, volendo fare uno scherzo all’intellighenzia progressista non trovò di meglio che inviare due aerei pieni di ignari profughi venezuelani a Martha’s Vineyard, per cercare di mettere in imbarazzo i politici democratici della zona. Un episodio di cui si vanta in ogni comizio che sta facendo in queste settimane in America. 

 

La vicina Nantucket, insieme a Cape Cod, è altrettanto turistica ma più legata al mondo dei pescatori e alla tradizione dei cacciatori di balene. Il capitano Ahab di Herman Melville e buona parte del suo equipaggio venivano da qui, così come la nave baleniera Essex che ispirò il romanzo della caccia alla balena bianca. E i pescatori sono stati e restano i più forti oppositori al progetto delle wind farm, temendo che turbino la fauna marina e rovinino il loro lavoro. 

Le resistenze però ormai sono state superate, almeno per quello che riguarda Vineyard Wind. Il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni e adesso è entrato nella fase realizzativa. Resta da vedere se i pescatori tenteranno qualche forma di boicottaggio o se proveranno a impedire future installazioni di pale eoliche.  

Per l’America si tratta di una svolta in un certo senso “all’europea”. L’azienda che sta realizzando la wind farm è la danese Copenaghen Infrastructure Partners, specializzata in progetti per l’energia rinnovabile. Le pale sono prodotte in Francia e tutta la progettazione si ispira al modello del mare del Nord, dove nel 2022 l’energia eolica è arrivata a coprire il 25 per cento del fabbisogno energetico della Danimarca e il 15 di quello britannico. 

 

L’esperienza europea viene studiata a fondo adesso negli Stati Uniti, dove ha attratto forse più attenzione che in Europa il vertice sull’energia nel mare del Nord che si è tenuto ad aprile a Ostenda, in Belgio. Qui i capi di stato e di governo di sette paesi europei (Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi) più la Gran Bretagna e la Norvegia hanno messo a punto il piano per fare del mare del Nord quella che hanno descritto come “la più grande centrale energetica verde al mondo”. Il traguardo è raggiungere collettivamente 130 gigawatt di capacità di generazione eolica offshore entro il 2030 e 300 gigawatt entro il 2050. 
L’America ha preso nota e ha capito che era ora di mettere da parte le resistenze Nimby locali, per cominciare a piantare pali nell’oceano. Ed è cominciata la corsa all’eolico offshore. Secondo uno studio della società di consulenza Wood Mackenzie, sono già in via di progettazione una serie di wind farm che moltiplicheranno per 75 la capacità di produzione di Vineyard Wind e nell’80 per cento dei casi si tratta di installazioni che riguarderanno la costa atlantica degli Stati Uniti. 

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