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Imbrogli diplomatici

Ogni volta che Putin sente parlare di pace fa ancor più la guerra

Paola Peduzzi

Attacco missilistico su Kyiv durante la visita della delegazione africana: un messaggio al Sudafrica. La realtà alternativa di Mosca

Due bambini e una signora anziana sono rimasti feriti nella regione di Kyiv in seguito a un attacco missilistico russo – più di 30 case sono state danneggiate. L’Aeronautica ucraina ha detto di aver intercettato sei missili Kalibr, sei missili ipersonici Kinzhal e due droni – la capacità di difesa ucraina è il motivo per cui gli attacchi dell’esercito russo fanno meno vittime e meno danni, ma il punto è: Vladimir Putin continua ad attaccare tutto il paese. A Kyiv poi era una giornata particolare perché il governo ha accolto la delegazione africana, guidata dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, che si è presentata con un piano di pace – ritiro russo dall’Ucraina, ritiro delle armi tattiche nucleari russe dalla Bielorussia, cessate il fuoco – che poi vuole discutere anche con Mosca.

La delegazione si è rifugiata in un bunker e poi la visita è continuata come previsto (a dire il vero le lamentele più corpose sono state quelle dei responsabili della sicurezza del presidente sudafricano, che dicono di essere stati ostacolati dalle autorità polacche all’aeroporto in cui è atterrata la delegazione), ma il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha commentato preciso: “Putin ‘costruisce la fiducia’ lanciando il più grande attacco contro Kyiv delle ultime settimane esattamente durante la visita dei leader africani nella nostra capitale. I missili russi sono un messaggio per l’Africa: la Russia vuole più guerra, non la pace”. Il messaggio è soprattutto per Ramaphosa, che è partner della Russia nei Brics (a Kyiv c’era  anche il premier egiziano: secondo il ministero degli Esteri russo, il Cairo ha fatto richiesta formale di ingresso nei Brics), che ha intenzione di garantire l’immunità a Putin se dovesse presentarsi al vertice dei Brics a Johannesburg ad agosto pur facendo parte del Tribunale penale internazionale, che si dichiara neutrale ma “ha approfondito le sue relazioni militari con la Russia nell’ultimo anno”, come gli hanno scritto  senatori bipartisan americani in una lettera preoccupata.

Insensibile a tutto come sempre, Putin ha tenuto il suo discorso-fiume al Forum economico di San Pietroburgo semideserto, dicendo che le sanzioni occidentali non fanno così male, che l’Ucraina non ha alcuna chance di vincere contro il suo esercito e le sue milizie, che c’è il “serio pericolo” che la Nato penetri ancora di più nel conflitto in Ucraina e che le armi nucleari potrebbero essere utilizzate soltanto se c’è una minaccia esistenziale allo “stato russo”.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi