Robert Habeck (LaPresse)

Le sfide di Berlino

San Habeck, protettore verde dell'industria tedesca

Daniel Mosseri

Il ministro dell’Economia e leader dei Grünen ha varato un sussidio da 4 miliardi per raffreddare i prezzi dell’energia elettrica. Una misura da alcuni giudicata anti-ecologica, ma che produce posti di lavoro: la Confindustria locale gradisce

Berlino. Sono tempi complicati, forse anche contraddittori, per Robert Habeck, leader dei Grünen e ministro tedesco dell’Economia e della protezione del clima. Quando Olaf Scholz a dicembre del 2021 gli affidò le due competenze promuovendolo vicecancelliere apparve subito chiaro che la sfida di instradare la Germania verso la neutralità nel 2045 non sarebbe stato facile. E la crisi energetica ha reso solo più urgente e complessa la faccenda. L’obiettivo è ancora lontano e non solo in termini di anni: Habeck ha da poco annunciato un sussidio da 4 miliardi di euro per raffreddare i prezzi dell’energia elettrica a scopo industriale. Il meccanismo è noto: nel paese dove l’elettricità è la più costosa d’Europa, si chiede alla fiscalità generale di sostenere l’industria, che produce posti di lavoro.

 

Eppure, si dirà, si tratta di sussidi anti-ecologici, destinati a favorire il consumo di energia prodotta anche con il carbone, fonte di inquinamento atmosferico. D’altronde il nucleare in Germania non c’è più dallo scorso 15 aprile e, a chi chiedeva di prolungarne la vita, Habeck e i suoi hanno opposto un fermo “Nein!”. Non importa se l’Ue ha nel frattempo inserito l’atomo fra le fonti pulite in termini di emissioni. Ma se la battaglia contro il nucleare è elemento costitutivo dell’identità verde tedesca, i Grünen stanno almeno cercando di non inimicarsi il mondo dell’industria. "Se non paghiamo questo prezzo, potremmo non avere più industria nei settori ad alta intensità energetica in Germania. E sarebbe una perdita", ha ammesso il vicecancelliere.

 

Gli industriali tedeschi, che tanto hanno investito per passare dal carbone al gas per poi sentirsi dire che il gas è brutto e cattivo (almeno quello russo) e ai quali il governo ha tolto anche l’energia atomica, hanno gradito l’annuncio: al plauso di Bdi (la Confindustria locale) si è aggiunto anche quello del sindacato Ig Metall. Accontentati gli imprenditori, adesso Habeck dovrà occuparsi degli elettori: il suo progetto di imporre efficienti (e costosissime) pompe di calore al posto delle caldaie a gas o a gasolio nelle case sta facendo soffrire i Verdi nei sondaggi. E poi le pompe di calore vanno a elettricità e l’elettricità serve alle industrie, no?