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I dilemmi del “conta fagioli” Petteri Orpo sulla nuova Finlandia

David Carretta

Per formare il prossimo esecutivo il nuovo premier deve scegliere: cercare un accordo con Sanna Marin in un’inedita grande coalizione oppure allearsi con l'estrema destra di Riikka Purra. Entrambe le ipotesi implicano compromessi difficili per la Coalizione nazionale

Bruxelles. Sanna Marin non sarà più primo ministro della Finlandia, dopo che i conservatori della Coalizione nazionale guidati da Petteri Orpo hanno vinto le elezioni legislative domenica, superando di misura l’estrema destra dei Veri finlandesi e il Partito socialdemocratico della premier uscente. “La democrazia ha parlato e la celebrazione della democrazia è sempre qualcosa di meraviglioso”, ma “abbiamo buone ragioni per essere contenti di questo risultato”, ha detto Marin. In effetti, pur riconoscendo la sconfitta, la leader socialdemocratica ha ottenuto una piccola vittoria: il suo partito ha incrementato voti e seggi e, alla fine, potrebbe anche tornare al governo. Dall’inizio del secolo, in Finlandia, non era mai accaduto che il primo ministro in carica guadagnasse consensi nelle urne.

  

Orpo, che ha rivendicato “una grande vittoria” e “un forte mandato”, ha di fronte una scelta per formare il prossimo esecutivo: cercare un accordo con Marin in un’inedita grande coalizione oppure allearsi con i Veri finlandesi di Riikka Purra. Entrambe le ipotesi implicano compromessi difficili per la Coalizione nazionale. Con i socialdemocratici Orpo è in conflitto sui tagli alla spesa e il livello del debito, tema che ha dominato la campagna elettorale e determinato la sua vittoria domenica. Con i Veri finlandesi la Coalizione nazionale ha già governato tra il 2015 e il 2017 (con un premier liberale) ma, dopo una rottura sui valori, il divario si è ulteriormente allargato su temi chiave come l’Unione europea e le politiche climatiche.

  

L’ossessione per il debito e il rapporto con l’estrema destra illustrano la personalità di quello che dovrebbe diventare il prossimo premier della Finlandia. Orpo è un moderato e una figura molto più noiosa di Marin e di altri suoi predecessori (come i conservatori Jyrki Katainen e Alexander Stubb), che hanno attratto i riflettori dei media internazionali. L’elettore si è riconosciuto in un leader attento a una delle principali preoccupazioni del finlandese medio: i conti pubblici. Dalla crisi finanziaria del 2008, il debito pubblico della Finlandia è raddoppiato. Oggi è al 70 per cento del pil, nulla di sconvolgente se si paragona ai livelli del sud Europa. Ma con Marin il debito era destinato a crescere ancora per finanziare programmi di welfare, l’istruzione e la sanità. Orpo, che il Telegraph ha maliziosamente soprannominato “il conta fagioli” (contabile, ndr), ha promesso di tagliare la spesa per “fermare la crescita del debito”. E’ questo il principale ostacolo a una grande coalizione tra conservatori e socialdemocratici. Ieri il vice di Marin, Matias Mäkynen, ha spiegato di puntare al governo, ma che spetta a Orpo decidere, perché il Partito socialdemocratico non accetterà tagli all’istruzione e alla riduzione della spesa preferisce aumenti delle tasse. 

  

Orpo è un uomo di esperienza e un gran manovratore politico. Ha guidato con successo il ministero dell’Interno durante la crisi dei rifugiati del 2015. La sua ascesa alla testa della Coalizione nazionale è dovuta a un colpo di mano interno al partito nel 2016 contro l’ex premier Stubb, che gli aveva permesso di diventare ministro delle Finanze. Ma Orpo è anche un uomo di princìpi. Nel 2017 decise di mettere fine all’alleanza con i  Veri Finlandesi nella coalizione che sosteneva il governo del centrista Juha Sipilä, a causa delle divergenze sui valori e della deriva anti europea dell’estrema destra. Se possono esserci punti di convergenza sul debito e su un indurimento delle politiche sui migranti, Orpo e l’estrema destra sono su sponde opposte sull’Europa e il clima. I Veri Finlandesi chiedono l’uscita dall’Ue (la Fixit), anche se non nell’immediato, e vogliono rinviare l’obiettivo del 2035 per la neutralità climatica. Purra ha sostenuto l’adesione alla Nato, ma ha cercato di capitalizzare lo scontento per la crisi economica provocata dalla guerra della Russia in Ucraina. Allo scenario svedese (un governo moderato conservatore sostenuto dall’estrema destra) l’ala liberale della Coalizione nazionale potrebbe preferire uno scenario danese (una coalizione di partiti di centro-destra e centro-sinistra pro europei). Per la maggioranza assoluta in Parlamento, Orpo dovrà trovare anche un terzo partner. In ogni caso, con la Coalizione nazionale il governo finlandese tornerà a difendere con più forza politiche di austerità nell’Ue. Durante la crisi della zona euro, la Finlandia a guida conservatrice era diventata famosa per una fake news secondo la quale aveva chiesto il Partenone in garanzia per salvare la Grecia.

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