Foto di Mary Altaffer, AP Photo, via LaPresse 

soldi e nozze

Rupert Murdoch è la nuova Liz Taylor, e l'Ultima Moglie è quella che conta di più

Ester Viola

L'amore non è davvero amore se non trova posto in un contratto. Resisteremo e non lo chiameremo matrimonio d'interesse. E se gli eredi si mettono contro, potrebbe anche durare a lungo

Amore, amore fino a cent’anni. Che incubo. Rupert Murdoch si risposa – ancora – dopo l’incredibile divorzio da Jerry Hall l’anno scorso. Se lo piglia, novantaduenne, lui e il cospicuo patrimonio, la signora Ann Lesley Smith (66), una bella americanona con lifting Kardashian e i capelli lunghi, piena di denti, nelle foto sembra più giovane di me. Che sanno fare questi chirurghi americani, i miracoli.

Sì. Se la sposa. E fa bene: l’amore è davvero amore se non trova posto in una struttura oggettiva? Senza il contrattino? Chi se ne frega se una rosa profuma di rosa. Vieni qui, firma, poi ne parliamo.

Oggi solo pochissime ce la fanno. Nessuno con patrimonio che conti è più disposto a scambiarsi il cognome con la spensieratezza di un tempo. I gentiluomini importanti specie assai anziani si sono fatti convincere dai loro commercialisti e dai figli preoccupati della lesione della legittima: il consiglio magari è di fidanzarsi, comprare smeraldi giganti appartamenti e borsette, ma restando sempre in quella zona sociale in cui ci si continua a chiamare prudentemente “compagni”. Così se la relazione finisce, le conseguenze bancarie dell’amore saranno limitate.

Rupert no, spericolato e decrepito sfida prole e numi e procede alla nomina esecutiva: ci dichiaro marito e moglie. Ed è come se si staccasse dal patrimonio (metaforicamente) un pezzo d’Antartide. 

I figli lo sanno e già tramano (pare ci siano loro dietro il divorzio da Jerry, che stava provando a cambiare il contratto prematrimoniale).
Racconta Rupert che ha passato giorni molto nervosi: “Mi spaventava l’idea di innamorarmi di nuovo. Ma so che questa è l’ultima volta, sarà meglio che lo sia, sono felice”.

I piccioni si incontrano a un evento in una delle proprietà di lui, il vigneto Moraga, a Bel Air, in California. Curriculum della signora: igienista dentale negli anni ’70. Il primo marito avvocato affermato di quasi vent’anni più vecchio sposato a 28 anni. Vivevano agiatissimi e felici tranne quando lui si ubriacava. Segue triste storia di abusi, divorzio povero, Ann viveva di sussidi e propositi suicidi. La salva la vocazione, diventa cappellano (cappellana?) della polizia di San Francisco, il Karma o chi per lui la premia: ecco, dopo un po’ di anni e un altro matrimonio, il multimilionario innamorato.

Il contratto di AL Smith sarà naturalmente quello profumatissimo da Ultima Moglie, la moglie che conta di più. È una fatica faticosa, quella. Accompagnare, curare, essere leggera di conversazione, prestare attenzione ai gradini quando si viaggia in barca, verificare la vicinanza con gli ospedali, e rallegrare le cene a scadenze fisse. 

Sposarsi garba sempre a tutte, qualsiasi sia l’impegno, che verità universalmente riconosciuta. Non è nemmeno solo questione di soldi. Sì, i soldi, ma i soldi per essere goduti necessitano di una prerogativa precisa: gioventù. Soldi da vecchi son soldi a metà. 

“Devono essere tempi ben duri questi, se le donne si sposano ancora, sono ansiose di sposarsi, sono certe di non sposarsi e poi si sposano, sono assolutamente contro il matrimonio e alla fine si sposano, hanno scelto la comune e poi si sposano, scrivono libri inchiesta sulle donne degradate e uccise dal matrimonio e si sposano, riescono a divorziare dopo anni di martirio matrimoniale e si risposano: e se a un certo punto della loro vita piena, invidiabile, ricca di onori ed amori, non sono ancora sposate, cominciano a provare lampi di affanno e martellate di tetraggine. Eppure tutte ormai sanno benissimo che cosa aberrante sia un marito, cioè un uomo, già per sua natura non digeribile, che mediante cerimonia religiosa, concordataria o civile raddoppia il suo grado di insopportabilità concentrandolo sulla diletta compagna”, Natalia Aspesi, “Lui! visto da Lei” (Rizzoli).

Resisteremo. Resisteremo e non lo chiameremo matrimonio d’interesse. Lanciamo i confetti e andiamo a fare i moralisti da un’altra parte. Tanto non ci cambia niente. Peraltro sono gli unici matrimoni che durano, questi, e col tempo diventano pure meno detestabili. Se gli eredi Murdoch si mettono contro, quei due potrebbero perfino essere felici a lungo.

Di più su questi argomenti: