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Un aereo russo colpisce un drone degli Stati Uniti, che tengono i toni bassi

Micol Flammini

Il Mq-9 Reaper stava compiendo azioni di routine nello spazio aereo internazionale prima che venisse abbattuto. I prossimi obiettivi della guerra passano per il Mar Nero e Mosca inizia a muoversi

Martedì mattina, un drone di sorveglianza statunitense, che sorvolava il Mar Nero, è stato attaccato da due aerei da guerra russi, due Su-27, ed è stato fatto precipitare in acque internazionali. Il drone era un Mq-9 Reaper, compiva azioni di routine nello spazio aereo internazionale prima che venisse intercettato dai due jet di Mosca. Uno dei  Su-27 è andato davanti al velivolo, ha scaricato carburante, ha condotto manovre che il Pentagono ha definito “pericolose”, fino ad arrivare alla collisione che ha portato al danneggiamento dell’elica del drone. Agli Stati Uniti non è rimasta altra scelta che abbatterlo. Molte delle mire e delle minacce della Russia hanno a che fare con il Mar Nero, il suo accesso e  la pericolosità della sua navigazione hanno portato per mesi al blocco dell’esportazione del grano   in partenza  dai porti ucraini. 

   

Le ambizioni russe sulle acque del Mar Nero hanno stravolto non soltanto i commerci, le esportazioni, la vita dell’Ucraina, ma tengono in bilico i rapporti internazionali. Gli Stati Uniti hanno convocato l’ambasciatore russo, hanno detto di essere molto preoccupati per le manovre di Mosca, ma nessuna così pericolosa e “poco professionale”. Per Mosca il drone volava con i transponder spenti verso il territorio russo  ed è caduto “a causa delle sue stesse manovre”. In diverse occasioni gli americani hanno dimostrato quanto siano intenzionati a non rendere il conflitto uno scontro tra Russia e America, o  Russia e Nato, mentre Mosca ribadisce da mesi che l’Ucraina ormai   non c’entra, ma c’entra l’occidente. Gli americani invece dimostrano di voler tenere il conflitto lontano  e quando accade un episodio rilevante,  come la collisione tra un aereo russo e  un loro drone,  ci tengono a far valere il diritto internazionale, studiato per evitare la guerra. Il commento di John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza, è stato:  “Non sappiamo quale fosse l’intenzione dei russi ma se il messaggio era quello di esercitare deterrenza contro i nostri sorvoli nello spazio aereo internazionale sul Mar Nero, o la nostra navigazione in acque internazionali , è destinato a fallire”. Nel Mar Nero si combattono molti obiettivi della guerra: la controffensiva ucraina per la Crimea, l’offensiva russa e l’accordo per l’export del grano,  che ora Mosca  vuole estendere soltanto per  sessanta giorni. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.