C'è posta per il Ppe
I popolari europei vogliono l'ingresso immediato dell'Ucraina nella Nato
Alcuni deputati hanno preparato una bozza spingendo per “un invito formale” a Zelensky già per il vertice di Vilnius dell'11 luglio. Ma mancano le firme italiane, tedesche e francesi
Bruxelles. Una bozza scuote il Ppe, un documento preparato da una ventina di eurodeputati, quasi tutti dei paesi orientali e capitanati dall’ex primo ministro lituano Andrius Kubilius, chiede ai popolari di spingere per “un invito formale all’Ucraina per l’ingresso nella Nato già al vertice di Vilnius”, in programma questo 11 luglio. “Una mossa necessaria per saldare i conti con gli errori di Bucarest”, spiega l’avanguardia atlantica dei popolari evocando il vertice dell’alleanza dell’aprile 2008 concluso con una tiepida dichiarazione sul riconoscimento delle aspirazioni atlantiche di Georgia e Ucraina a cui Mosca rispose pochi mesi dopo portando i suoi carri armati a 40 chilometri da Tbilisi.
La leadership dei popolari, dopo la condanna alle parole di Silvio Berlusconi, ha già fatto sapere di guardare positivamente all’avvicinamento di Kyiv all’Alleanza atlantica, ma la bozza dei 25 vuole chiede di saltare le tappe e arrivare dritti al dunque, e di farlo subito. Aprire la fase ufficiale d’ingresso nell’alleanza quest’estate infatti sarebbe necessario per “non permettere mai più a Putin di avere potere di veto sulle aspirazioni atlantiche di chicchessia”, sentenzia il documento su cui mancano firme italiane, tedesche o francesi. Nella bozza gli eurodeputati insistono, “l’adesione dell’Ucraina alla Nato non è solo un’opportunità senza precedenti per rafforzare le capacità militari dell’alleanza ma questa decisione unirebbe anche l’occidente su un programma più ampio per garantire una pace sostenibile al continente europeo”, e insistono affinché i popolari nelle relative cancellerie spingano sulle capitali per usare il vertice di Vilnius in tal senso.
Il testo si sofferma anche a rispondere alla domanda che gli eurodeputati individuano come l’obiezione principale al loro progetto, ovvero il rischio di trascinare l’intera alleanza in un conflitto diretto con la Russia. Stando a Kubilius ed ai suoi firmatari “l’invito della Nato potrebbe comportare una disposizione secondo cui l’articolo 5 diventerà operativo solo dopo la riconquista territoriale completa dell’Ucraina” poiché “tale adesione limitata manderebbe comunque un messaggio molto potente: l’Ucraina fa già parte dell’occidente e non farà mai parte di alcun progetto imperiale russo”. Parlare a Kyiv perché Mosca intenda dunque, e infatti gli scopi secondari di questa mossa sono ben chiari nel documento elaborato dai 25 eurodeputati, “restaurare la democrazia in una Russia post-Putin è cruciale per una pace sostenibile nel continente europeo e richiede che il sogno imperiale di Putin non sia solo definitivamente schiacciato ma che si impedisca anche la nascita di un onda revanscista che possa travolgere una nuova giovane democrazia russa”, spiega il documento. Un invito ufficiale della Nato all’Ucraina metterebbe nero su bianco anche per i falchi più irriducibili del Cremlino “che l’Ucraina non è più alla loro portata”, tale mossa dunque “è fondamentale anche per aiutare i russi a non soccombere nuovamente alla nostalgia imperiale”, conclude la bozza, che da ieri è sul tavolo di Weber, presidente dei popolari e che da qui a Vilnius si prefigge di limare ogni resistenza.
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