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senza le veline

Le uniche intercettazioni del Qatar gate vengono da Brescia, non dal Belgio

David Carretta

Contrariamente a quanto avviene in Italia, dove gli atti giudiziari finiscono regolarmente sui giornali, il Belgio ha un’ossessione per la riservatezza a tutela delle indagini e delle persone indagate. Nelle dichiarazioni della procura belga non c’è mai scritto Qatar né ci sono i nomi. Il rapporto con i media

Bruxelles. Per gli assetati di dettagli da buco della serratura, il modo con cui la procura federale belga comunica sullo scandalo del “Qatar gate” si sta rivelando deludente. Contrariamente a quanto avviene in Italia, dove gli atti giudiziari e le intercettazioni finiscono regolarmente sui giornali, il Belgio ha un’ossessione per la riservatezza a tutela delle indagini e delle persone indagate. Nei comunicati stampa pubblicati finora sul più grave scandalo di corruzione che ha colpito il Parlamento europeo, la procura non ha mai menzionato il Qatar o le persone coinvolte. Impossibile lanciarsi nel gioco di requisitorie, processi e condanne sui media: occorrerà aspettare una sentenza di un tribunale, o almeno le udienze, per capire tutto quel che è successo.

Il Qatar gate non ha ricevuto un trattamento diverso da altre grandi o piccole inchieste giudiziarie condotte in Belgio. Che sia sugli attentati di Bruxelles del 2016, la cattura di terroristi o un accoltellamento, la comunicazione si limita a scarni comunicati molto generali che contengono una sintesi di perquisizioni, numero di persone arrestate e reati ipotizzati. Ma niente nomi o dettagli. Nel primo comunicato sul Qatar gate di venerdì e nel secondo di domenica il nome del Qatar non compare. “Da diversi mesi, gli inquirenti della Polizia giudiziaria federale sospettano un paese del Golfo di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo, versando somme di denaro considerevoli o offrendo regali importanti a terzi che hanno una posizione politica e/o strategica significativa in seno al Parlamento europeo”, ha detto la procura. Quanto alle persone arrestate, non è stato formalmente comunicato alcun nome. Nel primo comunicato sono state pubblicate solo le date di nascita dei primi quattro fermati: “Sono nati nel 1955, 1969, 1971 e 1987”. Nel secondo comunicato non viene precisato chi sia stato effettivamente incriminato. “Sei persone in totale sono state private della libertà venerdì”, ha annunciato la procura, senza citare il pesce più grosso: la vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili. “Quattro persone sono state piazzate sotto mandato d’arresto dal giudice di istruzione di Bruxelles che dirige l’inchiesta. Sono incriminate per associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione”. Altro passaggio anonimo dietro a cui si nasconde uno sviluppo esplosivo: “Una perquisizione ha avuto luogo ieri sera (sabato, ndr) verso le ore 20 al domicilio di un secondo deputato europeo”. Si tratta dell’europarlamentare socialista belga, Marc Tarabella. Ma il comunicato non lo dice.

Non che nomi e fatti non finiscano sui media. I giornalisti del Soir e di Knack, che per primi hanno rivelato il Qatar gate, hanno subito indicato il fermo di Antonio Panzeri e Luca Visentini, i due più conosciuti, e hanno raccontato di 500 mila euro in contanti trovati a casa del primo. Entrambi hanno occupato o occupano incarichi istituzionali. Panzeri è ex eurodeputato. Visentini è il capo della Confederazione internazionale dei sindacati. Per la stampa belga meritano un trattamento diverso per i loro ruoli pubblici. Il nome di Francesco Giorgi, nonostante fosse già stato pubblicato dai media italiani, è iniziato a circolare solo dopo l’arresto della compagna Kaili. Quello del segretario generale di No Peace Without Justice, Niccolò Figà Talamanca, ancora ieri era nascosto dietro a un’iniziale: “F” o “T”, a seconda del giornale. Un altro giornale belga, l’Echo, ha svelato la scoperta di sacchi di contanti nell’abitazione di Kaili. In Belgio le fonti giudiziarie ci sono e parlano con i giornalisti, ma solo fino a un certo punto. “Nell’interesse dell’inchiesta, nessun’altra informazione sarà data per il momento. La stampa sarà informata da eventuali nuovi sviluppi attraverso un comunicato”, ha spiegato la procura. Le uniche intercettazioni del Qatar gate che sono finite sui giornali sono quelle contenute negli atti trasmessi alla Corte d’appello di Brescia per chiedere l’esecuzione del mandato d’arresto contro la moglie e la figlia di Panzeri. Così i media da buco della serratura hanno finalmente avuto il loro romanzo su un Gigante, le vacanze e le carte di credito.
 

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