Europa Ore 7
Il Qatar gate travolge il Parlamento europeo e i socialisti. I fatti, le conseguenze
Il danno per la reputazione dell'Ue e del Parlamento europeo è enorme. L'inchiesta getta un'ombra cupa in particolare sul gruppo dei Socialisti & Democratici
“Chi sarà il prossimo?”. E' questo l'interrogativo che tutta la bolla europea si è posta nel fine settimana, dopo che è scoppiato il più grande scandalo di presunta corruzione che ha mai colpito il Parlamento europeo. Lo scandalo ha già un nome: “Qatar gate”. In tre giorni sono stati fermati un vicepresidente del Parlamento europeo, un ex deputato, un assistente parlamentare, il capo della Confederazione mondiale dei sindacati, il segretario generale di una ong internazionale e alcuni famigliari dei principali indagati. Venerdì la Procura federale del Belgio ha annunciato un'inchiesta per associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e corruzione da parte di uno stato del Golfo. L'obiettivo è di “influenzare decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo“ attraverso “grandi somme di denaro” e “importanti regali a parti terze con un ruolo politico e/o una posizione strategica dentro il Parlamento europeo”, ha spiegato la Procura. Decine di perquisizioni, 600 mila euro in contanti sequestrati, sacchi e valigie di soldi, diversi assistenti e funzionari indagati: il terremoto iniziato venerdì è lungi dall'aver esaurito i suoi effetti. Il danno per la reputazione dell'Ue e del Parlamento europeo è enorme. L'inchiesta getta un'ombra cupa in particolare sul gruppo dei Socialisti & Democratici al Parlamento europeo.
Qatar gate. I fatti
Venerdì i due giornali belgi Le Soir e Knack hanno rivelato il fermo in mattinata di quattro persone: l'ex europarlamentare del Pd, Pier Antonio Panzeri; il suo ex assistente (e attualmente assistente di Andrea Cozzolino), Francesco Giorgi; il capo della Confederazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini; e il segretario generale dell'ong No Peace Without Justice, Niccolò Figà-Talamanca. Sedici perquisizioni hanno permesso di sequestrare 600 mila euro in contanti, di cui 500 mila nella casa di Panzeri. Nel pomeriggio di venerdì c'è stato il fermo della vicepresidente del Parlamento europeo, la greca Eva Kaili, appartenente al gruppo dei Socialisti&Democratici e compagna di Giorgi. L'immunità non si applica in caso di flagranza di reato e – secondo i media belgi – nella residenza di Kaili sarebbero stati trovati sacchi pieni di contanti (alcune fonti indicano cifre a sei zeri). Il padre di Kaili è stato fermato mentre cercava di fuggire con una valigia piena di contanti. Venerdì gli uffici degli assistenti di due eurodeputati belgi, i socialisti Marie Arena e Marc Tarabella, sono stati messi sotto sequestro. La casa di Tarabella è stata perquisita sabato sera, in presenza della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, come prevede la Costituzione belga. Ieri la Procura ha annunciato la conferma dell'arresto per quattro persone: Kaili, Panzeri, Giorgi, Figà-Talamanca sono stati formalmente accusati dei reati di associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione. Visentini e il padre di Kaili sono stati rilasciati, ma con condizioni.
Qatar gare. Il teorema
L'inchiesta ruota attorno al ruolo della ong di Panzeri Fight Impunity, creata nel 2019 dopo la fine del suo terzo e ultimo mandato da europarlamentare eletto nel Pd (e passato a Articolo 1-Mdp nell'ultimo periodo della legislatura). Panzeri avrebbe usato le sue conoscenze accumulate in quindici anni al Parlamento europeo per promuovere gli interessi del Qatar, impegnato da tempo in una campagna per migliorare la sua immagine in vista della Coppa del mondo e per ragioni geopolitiche. Fight Impunity è ospitata nella sede di No Peace Without Justice: le due ong hanno cooperato su diverse iniziative e organizzato insieme degli eventi, alcuni dei quali al Parlamento europeo. Tra Bruxelles e Strasburgo tre episodi recenti hanno messo alla luce le posizioni pro Qatar di diversi deputati del gruppo dei Socialisti & Democratici: il dibattito e il voto in plenaria su una risoluzione sulle violazioni dei diritti umani in vista della Coppa del mondo; un'audizione del ministro del Lavoro del Qatar alla sottocommissione dei diritti umani; e il voto in commissione Libertà pubbliche della liberalizzazione dei visti per il Qatar.
Le parole e i voti
L'intervento di Kaili all'ultima sessione plenaria sulla Coppa del mondo è particolarmente significativo. “I Mondiali in Qatar sono l’esempio concreto di come la diplomazia dello sport possa portare a una trasformazione storica di un paese, le cui riforme ispirano il mondo arabo”, ha detto Kaili: “Eppure alcuni qui chiedono che siano discriminati, li bullizzano e accusano di corruzione chiunque parli con loro. Però comprano il loro gas e hanno compagnie che in Qatar fanno miliardi. Non abbiamo il diritto morale di fare lezioni per andare a caccia dell’attenzione dei media”. Anche i voti nella commissione Libertà civili costituisce un forte indizio. Kaili, pur non essendo membro della commissione, ha votato a favore, come tutti i suoi colleghi dei Socialisti & Democratici (compreso Tarabella).
Qatar gate. Le conseguenze
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha annunciato il ritiro di tutte le deleghe affidate a Kaili in quanto vicepresidente. Il gruppo dei Socialisti & Democratici ha chiesto un voto per destituire Kaili in quanto vicepresidente. Il voto in plenaria questa settimana sulla liberalizzazione dei visti con il Qatar dovrebbe saltare. La commissione d'inchiesta sulle interferenze straniere ha intenzione di appropriarsi dello scandalo. Alcune personalità di peso che avevano accettato di far parte del board onorario dell'ong di Panzeri - Federica Mogherini, Dimitris Avramopoulos e Bernard Cazeneuve - hanno deciso dimettersi da Fight Impunity. Dentro il gruppo socialista c'è chi sostiene la necessità di sospendere tutti i parlamentari coinvolti. Il “Qatar gate” monopolizzerà i dibattiti in plenaria e le discussioni nei corridoi della sessione che inizia oggi a Strasburgo. Il Parlamento europeo sarà obbligato a modificare le sue regole sulla trasparenza delle lobby, meno stringenti di quelle della Commissione.
Nota a margine
Per tutte le persone coinvolte vale la presunzione di innocenza. Ma il "Qatar gate" ha già implicazioni molto gravi per la credibilità del Parlamento europeo e ancor più per il gruppo dei Socialisti & Democratici. Lo scandalo è già usato dall'estrema destra e dall'estrema sinistra per contestare le accuse rivolte loro dai partiti tradizionali di influenze di Russia, Cina e altri regimi. Il Qatar ha rigettato l'inchiesta della Procura belga come "senza fondamento. Lo stato del Qatar lavora attraverso il dialogo istituzione-istituzione", ha detto la rappresentanza del Qatar presso l'Ue in un comunicato. Il contesto è anche quello del conflitto tra il Qatar, da un lato, gli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia Saudita dall'altro. Anche gli Emirati Arabi Uniti sono impegnati in una campagna di influenza sul Parlamento europeo e l'Ue: basta leggere questo rapporto del 2020 del Corporate Europe Observatory. La lobby è parte integrante del funzionamento dell'Ue: un'attività non solo regolamentata - con registrazione delle organizzazioni e misure per assicurare un minimo di trasparenza - ma anche istituzionalizzata. Le consultazioni dei detentori di interesse sono un strumento per l'elaborazione della legislazione. Tra i lobbisti ci sono vincitori e vinti, ma le decisioni vengono assunte sempre da organismi democratici legittimati dal voto parlamentare o popolare: il Consiglio, dove sono rappresentati i governi nazionali, e il Parlamento europeo. Il "Qatar Gate", se saranno confermate le accuse della Procura federale belga, non è lobby: è influenza straniera attraverso la corruzione.
Questo articolo è una parte di Europa Ore 7, la newsletter di David Carretta, realizzata con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo, che racconta cosa accade in Europa. Esce ogni lunedì, alle 7. Potete iscrivervi qui