Olaf Scholz (LaPresse)

Qui Berlino

In Germania c'è un utile dibattito sulla cittadinanza e sui lavoratori stranieri

Daniel Mosseri

Il governo Scholz ha proposto una nuova legge per la naturalizzazione dei cittadini non europei e un provvedimento “a punti”, sul modello canadese, per favorire l’immigrazione di manodopera qualificata. “Molti di loro hanno qui figli e nipoti ed è giusto che possano richiedere la cittadinanza”, dice il cancelliere. Ma ai moderati della Cdu il progetto non piace

Berlino. Portata a casa la riforma che cancella i vecchi sussidi e introduce il Bürgergeld, la versione tedesca del reddito di cittadinanza, la maggioranza semaforo del cancelliere Olaf Scholz ha lanciato una nuova sfida ai moderati della Cdu proponendo una nuova legge per la naturalizzazione dei cittadini non europei. In un videomessaggio, il capo del governo ha spiegato che è merito anche di tanti lavoratori stranieri se la Germania è diventata un paese ricco negli ultimi decenni. “Molti di loro hanno qui figli e nipoti ed è giusto che possano richiedere la cittadinanza tedesca”, ha osservato. Scholz ha ricordato, a metà tra il patriottico e l'inclusivo, che quando era borgomastro di Amburgo la cerimonia più emozionante era quella della naturalizzazione degli stranieri “che per l’occasione indossavano i loro abiti più belli e che finiva sempre cantando l’inno nazionale”. La conclusione del cancelliere: “Abbiamo bisogno di regole migliori per la naturalizzazione di questi uomini e donne straordinari”. “Attenzione a non svendere la cittadinanza tedesca e i suoi valori”, gli ha subito replicato il presidente dei cristianodemocratici, Friedrich Merz, a mezzo telegiornale. 

 

Diventare cittadini tedeschi oggi è un processo non impossibile: piuttosto rapido e indolore per i titolari di passaporto comunitario, più lungo per chi arriva da paesi extra Ue. La più grande comunità extracomunitaria della Germania è quella turca, molto presente soprattutto nei Länder occidentali. Chi desideri diventare cittadino tedesco deve essere residente da almeno otto anni, lavorare ed essere integrato – ovvero cavarsela con la non facilissima lingua di Goethe. Ma un caveat resta: prima di ottenere dalle mani del sindaco il passaporto europeo color vinaccia, il cittadino turco, iraniano, afghano, siriano o russo dovrà in linea generale rinunciare a quello d’origine. La condizione ha rallentato il processo di Einbürgerung di tanti turchi fieramente legati alla madrepatria, ma secondo quanto filtrato alla stampa il governo si accingerebbe a mettere sullo stesso piano i cittadini extracomunitari con quelli Ue cancellando le restrizioni sul doppio passaporto, permettendo di richiedere la cittadinanza dopo cinque anni di residenza, eliminando il test di tedesco per i candidati over 67, e concedendo la cittadinanza  ai figli e nipoti dei naturalizzati. 

 

In queste ore il governo di Berlino sta anche lavorando a una legge “a punti” sul modello canadese per favorire l’immigrazione di manodopera qualificata – il ddl dovrebbe essere licenziato proprio oggi. Tuttavia i due progetti non sono conigli estratti a sorpresa dal cilindro del cancelliere ma parti costitutive dell’accordo di coalizione rosso-verde-giallo. Senza dimenticare che l’uno è figlio dell’altro: secondo le ultime stime dell’Agenzia federale del lavoro la Germania ha bisogno di 400 mila lavoratori stranieri qualificati all’anno. Ma se queste sono persone che non sono ancora arrivate sul suolo tedesco, oggi la Repubblica federale, da anni il secondo paese più ambito (dopo gli Stati Uniti) dai lavoratori di mezzo mondo, ospita già oltre 11,5 milioni di stranieri.

 

La nazionalità non è un articolo disponibile in offerta speciale durante il Black Friday”. Anche il segretario generale della Cdu, Mario Czaja, ha fatto capire al governo che il progetto al centrodestra non piace. Il partito che fu di Angela Merkel è ringalluzzito dalla recente manovra con cui alla camera dei Länder, il Bundesrat, ha dapprima bloccato e poi imposto modifiche in senso restrittivo al ddl sul reddito di cittadinanza. La Cdu ambisce a fare il bis, ma dalla maggioranza in molti hanno osservato che, a differenza dei servizi per l’impiego gestiti dai 16 Länder, la naturalizzazione degli stranieri è competenza esclusiva dello stato centrale, ossia del Bundestag, dove la coalizione semaforo ha una robusta maggioranza. Sempre che il partito Liberale (Fdp) non faccia di nuovo comunella con la Cdu.

Impegnati da settimane a prendere le distanze dagli alleati rosso-verdi – anche sul reddito di cittadinanza hanno “facilitato un compromesso” con i moderati  – i gialli di governo non si oppongono al progetto sull’Einbürgerung previsto a pagina 94 del patto di coalizione. Ma per non abbandonare gli elettori centristi alle cure della sola Cdu, i Liberali potrebbero condizionare il ddl sulle naturalizzazioni a misure efficaci sulle espulsioni degli stranieri privi di un titolo per restare in Germania.

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