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Europa Ore 7

Alla Cop27 un accordo che non curerà la malattia del clima

David Carretta

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L'unico passo avanti riguarda la creazione del "Fondo perdite e danni" per i paesi più poveri e vulnerabili

La Cop27 di Sharm El Sheik ha segnato "un piccolo passo avanti verso la giustizia climatica, ma serve molto di più per il pianeta", ha detto ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, commentando l'intesa raggiunta alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L'unico passo avanti riguarda la creazione del "Fondo perdite e danni" per i paesi più poveri e vulnerabili. Per contro, non sono stati registrati progressi in termini di impegni per ridurre le emissioni. "Abbiamo trattato alcuni sintomi, ma non curato il paziente", ha sottolineato von der Leyen. L'accordo "non è sufficiente da costituire un passo in avanti per la popolazione del pianeta. Non porta sufficienti sforzi aggiuntivi da parte dei maggiori inquinatori", ha detto il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ricordando che questo decennio è quello del "prendere o lasciare" per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C, come previsto dall'accordo di Parigi. In realtà, numerosi esperti ritengono che l'obiettivo non potrà essere raggiunto. Secondo Timmermans, "troppi" paesi "non sono pronti a fare progressi oggi nella lotta contro la crisi climatica. Ci sono stati troppi tentativi di indietreggiare perfino su quello che avevamo concordato a Glasgow" alla precedente Cop26.

 

Cosa prevede l'intesa di Sharm El Sheik

Il principale e forse unico successo della Cop27 è il "Fondo perdite e danni". Da anni i paesi in via di sviluppo chiedevano assistenza finanziaria per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e gli investimenti volti a ridurre le emissioni. Se tutti sono d'accordo che l'intesa sul Fondo è importante, rimane da capire come sarà costituito e finanziato. Non c'è ancora un accordo su chi deve fornire i contanti. Per contro, non ci sono progressi sugli sforzi per mantenere l'aumento della temperatura a 1,5°C, che era stato concordato alla Cop26 di Glasgow lo scorso anno. Anzi, numerose delegazioni hanno cercato di rinnegare l'obiettivo adottato solo un anno fa. Una mozione per fissare l'obiettivo del picco delle emissioni al 2025 è stata rigettata. Anche sulle energie fossili non ci sono passi avanti. Il testo finale della Cop27 prevede di incentivare le “energie a basse emissioni”. Oltre a eolico, solare, nucleare, alcune delegazioni includono tra le fonti a basse emissioni anche il gas. Il tentativo di diversi paesi di includere un impegno per eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili - e non solo il carbone come indicato alla Cop26 di Glasgow - non ha avuto successo.

 

I Verdi denunciano un anno perso per il clima

La reazione europea più dura sul fallimento della Cop27 è stata, come prevedibile, quella del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo. "L'anno 2022 è un anno perso per l'azione per il clima perché non siamo più vicini all'obiettivo di mantenere 1,5°C a portata di mano", ha detto l'eurodeputato verde, Bas Eickhout, che ha guidato la delegazione del Parlamento europeo a Sharm El Sheik: "Una maggiore ambizione nell'azione per il clima e il rispetto dell'accordo di Parigi sul clima sono stati nuovamente rinviati. Questa Conferenza è stata un'occasione mancata per affrontare sostanzialmente la radice del problema, ridurre in modo massiccio le emissioni e porre fine all'era dei combustibili fossili". Secondo Eickhout, "più a lungo ci aggrappiamo a carbone, petrolio e gas, più catastrofiche saranno le conseguenze del cambiamento climatico e, alla fine, i costi". Alcune associazioni ambientaliste, invece, hanno voluto vedere il bicchiere mezzo pieno. Nella sua reazione su Twitter, Greenpeace ha spiegato che il Fondo danni e perdite "segna una nuova alba per la giustizia climatica". Inoltre, "un ampio numero di paesi del nord e del sud hanno espresso il loro forte sostegno per uscire da tutti i combustibili fossili", ha detto Greenpeace.

   


   

Questo articolo è stato estratto da Europa ore 7, la newsletter a cura di David Carretta che racconta cosa accade in Europa. Esce ogni lunedì, alle 7. Iscriversi è semplicissimo: basta seguire le indicazioni che trovate qui.

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