I parenti delle vittime nel giorno della sentenza (Foto: EPA/REMKO DE WAAL) 

la prima invasione

Un missile dei filorussi ha abbattuto l'MH17 e ucciso 298 persone: la condanna

Micol Flammini

Era il 2014 e la guerra nella parte orientale dell’Ucraina era iniziata da qualche mese. Oggi tre uomini sono stati condannati all'ergastolo da un tribunale olandese. Quell’attacco fu il primo segnale che la questione ucraina sarebbe diventata presto internazionale

Un tribunale olandese ha condannato all’ergastolo tre uomini per l’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines che volava da Amsterdam a Kuala Lumpur con 298 persone a bordo. Morirono tutti, era il 2014 e la guerra nella parte orientale dell’Ucraina era iniziata da qualche mese, dei sedicenti separatisti filorussi avevano iniziato a combattere contro l’esercito regolare di Kyiv. La regione coinvolta era il Donbas e Mosca sosteneva di non avere nulla a che fare con quella guerra, ma iniziavano già a uscire prove della sua partecipazione con armi e uomini sul campo: i mercenari della Wagner. La condanna emessa dopo un processo in contumacia dimostra appunto il contrario.

Era già emerso che il missile Buk che ha colpito l’aereo venisse dalla Russia ed è stato riportato in Russia dopo l’abbattimento, ed è emerso che i due uomini russi incriminati hanno legami con i servizi segreti: Igor Girkin era un colonnello del Servizio di sicurezza federale russo, Fsb, e Sergei Dubinski era un ufficiale dell’intelligence militare, Gru. Il terzo è invece un ucraino, Leonid Kharchenko, che guidava un’unità militare sostenuta da Mosca. Tutti, ma in modo particolare Girkin continuarono ad avere un ruolo fondamentale nei piani russi contro l’Ucraina. Più noto con il nome di battaglia di Strelkov – tiratore, cecchino – Girkin è uno degli uomini più ricercati in Ucraina, che ha messo una taglia su di lui, e anche uno degli ufficiali russi che ha combattuto in tutte le guerre  per recuperare  territori dopo la caduta dell’Urss, dalla Transnistria all’Ucraina, passando per la Cecenia. Ora si è arruolato di nuovo e accusa il presidente russo Putin di essere troppo morbido. 

Non è chiaro se gli incriminati avessero scambiato l’aereo per un volo ucraino, ma quell’attacco fu il primo segnale che l’Ucraina sarebbe diventata una questione internazionale, non uno scontro regionale dall’evoluzione lenta che poteva essere combattuto lontano dagli occhi del mondo. “Il sentimento di impunità porta a nuovi crimini”, ha commentato il presidente ucraino Zelensky su Twitter. E il verdetto è il primo segnale contro l’impunità. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.