editoriali
Truss, il budget e l'intervento della Bank of England. Cosa rischia Londra
Quello che si sta verificando nel Regno Unito dovrebbe servire da monito per l’Italia. L’esperienza britannica dovrebbe insegnare una volta per tutte che non basta stanziare un budget se il mercato non crede che possa andare nella giusta direzione
Nessuno lo dice in modo esplicito, ma in tanti lo pensano: quello che si sta verificando nel Regno Unito dovrebbe servire da monito per l’Italia che in queste settimane sta vedendo un lento ma progressivo aumento dello spread (ieri ha chiuso a 244 punti base). Gli ampi tagli fiscali previsti dal governo conservatore appena insediato hanno affondato la sterlina, fatto cadere la Borsa di Londra e creato forti turbolenze al mercato dei titoli di stato (i Gilt) rendendo necessario l’intervento della Bank of England per riportare stabilità. Ma soprattutto hanno provocato la reazione severa del Fondo monetario internazionale che ha chiesto esplicitamente a Downing Street di rivedere le misure.
L’ex segretario di stato americano, Larry Summers, ha detto di non ricordare un momento in cui una serie di annunci politici da parte di un paese del G7 abbia suscitato una risposta così negativa sia da parte dei mercati che di istituzioni economiche. Forse Summers ha dimenticato i richiami ricevuti dall’Italia nel 2018 sotto un governo populista, ma quello che voleva dire è che quando un paese vede i suoi tassi di interesse aumentare in due giorni nello stesso momento in cui la sua valuta sta scendendo in modo importante, questo è segno che c’è stata una grave perdita di credibilità e di fiducia del mercato. Per l’ex segretario di stato Usa, quello che la Gran Bretagna ha ricevuto dall’Fmi è un tipo di avvertimento che arriva molto più frequentemente ai mercati emergenti con nuovi governi che a un paese come la Gran Bretagna.
Ora, non è detto che il governo di centrodestra di Giorgia Meloni debba commettere gli stessi passi falsi di quello di Liz Truss, ma di certo chiederà gli spazi di manovra fiscale che gli consentano di mantenere almeno in parte le promesse fatte ai suoi elettori. Anche se proprio l’esperienza britannica dovrebbe insegnare una volta per tutte che non basta stanziare un budget se il mercato non crede che possa andare nella giusta direzione. E questo succede quando è il mercato ad acquistare il tuo debito pubblico.
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