Sfondo rosso

Biden (ri)denuncia l'estremismo trumpiano e molti dicono: fa regali alla destra

Paola Peduzzi

Le reazioni al discorso del presidente degli Stati Uniti non sono state una sorpresa, né quelle dei repubblicani né quelle di parecchi analisti

Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha tenuto un discorso in prima serata (ma molte emittenti non hanno cambiato la loro programmazione) all’Independence Hall di Filadelfia, uno dei luoghi sacri della storia americana: qui fu approvata la Dichiarazione di indipendenza nel luglio del 1776 e sempre qui i Padri fondatori scrissero la Costituzione nell’estate del 1787. In ventiquattro minuti di discorso, Biden ha ripetuto trentuno volte la parola “democrazia” (l’ha poi tuittata, fosse sfuggito il concetto), ha detto che “Donald Trump e i repubblicani Maga (il movimento trumpiano, ndr) rappresentano un estremismo che minaccia la tenuta della Repubblica” e che “la democrazia non può sopravvivere se una parte pensa che gli esiti di un’elezione possano essere soltanto questi due: o vince o gli altri hanno imbrogliato”. Il tono del discorso non è stato una sorpresa, un po’ perché le anticipazioni dicevano che Biden avrebbe recuperato il suo slogan sulla salvaguardia dell’“anima dell’America” e un po’ perché qualche giorno fa aveva definito “semi fascismo” l’ideologia che ispira il movimento trumpiano. 

 

Nemmeno le reazioni sono state una sorpresa, non soltanto quelle prevedibili dei repubblicani (la migliore: un discorso “rancido”), ma anche quelle di parecchi analisti: è un regalo alla destra. Mentre Biden parlava, Trump diceva che se tornasse al potere darebbe la grazia a tutti gli assalitori del Congresso del 6 gennaio, ma se il presidente dice che la democrazia è in pericolo fa un regalo alla destra. Mentre Biden parlava, interrotto da fischi e da sirene, molti commentavano i marine alle sue spalle e soprattutto lo sfondo rosso cupo “satanico”, “sovietico” o “nazista” – l’apocalisse è un regalo alla destra. Se poi a uno che continuava a scandire “Joe Biden vaffanculo”, il presidente dice: “Ognuno ha diritto di essere offensivo, è una democrazia!”, pure questo è un regalo alla destra. Se parli del rischio di violenza fai un regalo alla destra, se sei dialogante fai un regalo alla destra, se ti limiti a dire un fatto, come quello che il movimento trumpiano che tiene in ostaggio il Partito repubblicano ha un’esplicita missione eversiva, fai un regalo alla destra. Se ricordi che, nella tua poca popolarità e con quell’aura da vecchietto rimbambito che ti sovrasta, sei riuscito a introdurre leggi a sostegno della classe media che non si vedevano da decenni, invece stai facendo campagna elettorale, è ovvio che dici così, non ti ascoltiamo. Soprattutto, se continui a parlare di Trump non fai che riabilitarlo e dargli visibilità. Come fai fai, è un regalo alla destra. 

 

Oggi in America ci sono 37 stati cosiddetti “trifecta”, cioè con un solo partito che esprime sia il governatore sia la maggioranza dei rami del Parlamento locale: in 23 l’unico partito è quello repubblicano, in 14 è il Partito democratico. Trent’anni fa i “trifecta” erano soltanto 19, il che vuol dire che allora un terzo degli americani viveva in stati monocolore: oggi sono i tre quarti del paese. La Pennsylvania, dove ha parlato Biden, che si ferma fino alla parata del Labor Day di lunedì, e dove arriva oggi Trump per il primo comizio dopo la scoperta dei documenti top secret da parte dell’Fbi (lo tiene vicino a  Scranton, città natale di Biden), è uno stato in cui i due partiti devono lavorare insieme: intendersi su democrazia e unità è una necessità, non un regalo.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi