Foto Epa via Ansa

Ventiquattro ore di crimini di guerra in Ucraina

Redazione

Il soldato castrato, i missili sui prigionieri e sui civili. Il terrorismo di Putin continua a colpire

Questo è il racconto parziale dei crimini perpetrati ieri dalla Russia in Ucraina. Un prigioniero di guerra ucraino è stato castrato con un taglierino davanti a una telecamera. Il video è stato diffuso su Telegram e secondo il canale Nexta il torturatore sarebbe Vitaly Aroshanov, un mercenario dell’unità Akhmat.

A Olenivka, nell’oblast di Donetsk, un campo di detenzione per prigionieri di guerra è stato bombardato, il bilancio dei morti supera i 50 soldati. I russi hanno detto che il campo è stato colpito dagli Himars, i lanciarazzi che gli americani hanno mandato agli ucraini, e hanno cercato di dare la responsabilità a Kyiv. Secondo l’intelligence ucraina, sarebbero stati invece i mercenari della Wagner, e l’attacco sarebbe stato ordinato dal proprietario del gruppo, Yevgeni Prigozhin, forse senza il coordinamento con il ministero della Difesa russo. Nel campo erano detenuti anche alcuni membri del battaglione Azov che avevano difeso Mariupol.

Una delle regioni più colpite dalla guerra è Mykolaïv, si trova a sud, è un baluardo per la difesa di Odessa e ieri è stata colpita una zona residenziale della città principale dell’oblast: soltanto condomini e negozi, nessun deposito di munizioni o edifici di valore militare. Il Kyiv Independent scrive che sono state usate bombe a grappolo,  e un abitante della città ha raccontato al sito di notizie che in quel momento la piazza della zona era molto affollata perché c’era la distribuzione del pane: non è la prima volta che i russi colpiscono mentre si distribuiscono viveri. Bilancio: 5 morti, 7 feriti. A Kramatorsk, nel Donbas, è stata colpita un’altra area residenziale. 

 

Questi crimini sono stati commessi in una sola giornata – torturare e uccidere i prigionieri di guerra e colpire i cittadini – e sono crimini di guerra. Il Senato americano questa settimana ha approvato una risoluzione per designare la Russia come stato sponsor del terrorismo. Basta una giornata qualunque, come quella di ieri, per capire, che per definire la Russia non ci sono più altre etichette. 

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