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Editoriali

La vittoria di Carole Cadwalladr

Redazione

La giornalista inglese batte in tribunale il multimilionario Arron Banks agguerito difensore della Brexit: al centro dell'inchiesta l'accusa di diffamazione da parte del ricco magnate per i suoi rapporti con il governo russo. 

La giornalista britannica Carole Cadwalladr ha vinto la battaglia legale che dura da tre anni contro il multimilionario Arron Banks, uno dei fondatori della campagna Leave.eu a favore della Brexit (con un contributo pari a poco più di 9 milioni di euro) e un sostenitore dell’indipendentista antieuropeo Nigel Farage. Banks aveva accusato di diffamazione la Cadwalladr, che scrive sull’Observer e sul Guardian e che aveva rivelato lo scandalo di Cambridge Analytica, perché in un Ted talk e in un tweet lei lo aveva accusato di aver mentito sulla sua relazione con la Russia e sui suoi incontri con emissari russi. In particolare la frase contestata era: “E non mi avventuro nemmeno nelle bugie che Arron Banks ha detto riguardo al suo legame segreto con il governo russo”. Le indagini sui fondi elettorali non avevano evidenziato alcuna violazione né sono stati trovati collegamenti diretti finanziari tra Banks ed entità russe, quindi il magnate aveva deciso di denunciare la Cadwalladr perché con le sue parole gli aveva inflitto danni reputazionali enormi, alludendo a passaggi di fondi non dimostrati.

La giornalista non aveva fatto specifici riferimenti ai fondi quanto alle frequentazioni, smentite e poi dimostrate, di Banks con interlocutori russi di cui non si è capita la natura, ma il magnate sosteneva anche che le sue dichiarazioni non dovessero avere la rilevanza che hanno invece poi avuto: non c’era insomma diritto di cronaca. Il giudice Karen Steyn ha stabilito che ha ragione la Cadwalladr, che in questi anni è stata oggetto di una campagna di character assassination da parte del mondo legato alla Brexit e all’estrema destra che ha svilito la sua credibilità. Ieri la giornalista d’inchiesta ha detto che spera che nessun altro giornalista passi quello che ha passato lei ma che certe inchieste possono cambiare le cose. E fare chiarezza sui legami pericolosi tra social, campagne di disinformazione, Russia e caos globale.

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