Per inceppare la macchina da guerra di Putin servono sanzioni chirurgiche. Parla Mulder

Cecilia Sala

Sul campo di battaglia si vedono già gli effetti dell’embargo  tecnologico. Lo storico ed esperto sul "proiettile magico"

Il Serum Institute indiano è il più grande produttore al mondo di vaccini, esattamente un anno fa, nell’aprile 2021, quella macchina capace di realizzare cinque milioni di dosi in un giorno si è inceppata. Stava finendo trentasette componenti critiche che utilizza nei suoi stabilimenti ma che vengono prodotte solo fuori dai confini e, in particolare, una valvola plastica molto sofisticata. Adar Poonawalla, l’amministratore delegato, aveva implorato Joe Biden con un tweet: “Tolga l’embargo sulle materie prime degli Stati Uniti. La sua Amministrazione ha i dettagli”. Si riferiva al Defence production act, con cui erano state bloccate le esportazioni del settore farmaceutico. Il think tank americano Cna ha appena pubblicato uno studio sugli effetti delle sanzioni contro Mosca in cui indaga quali siano le cose di cui i russi dovranno presto imparare a fare a meno, perché le componenti che servono per produrle nessuno le vende più alla Russia. Le più interessanti sono quelle che riguardano direttamente l’industria bellica, nelle conclusioni del Cna c’è scritto: “Le conseguenze più significative sono sui semiconduttori e sui software”. All’inizio di aprile Leonid Nevzlin, un ex dirigente del settore petrolifero russo, ha detto che il ministro della Difesa Sergei Shoigu si è rivolto sia alla Corea del nord che alla Cina per chiedere aiuto. Stava cercando alcune componenti per un tipo di missile di ultima generazione, la Russia ha finito le scorte e non può rinnovare l’arsenale perché il settanta per cento degli elementi che servono ad assemblare i missili (in particolare le tecnologie integrate) è prodotto all’estero. 

 

Abbiamo chiesto all’esperto Nicholas Mulder se esiste qualcosa (un componente chimico o più probabilmente un dispositivo tecnologico) che, se sparisse all’improvviso, potrebbe inceppare la macchina bellica russa come la valvola plastica americana aveva inceppato la produzione di vaccini in India. Mulder – che è uno storico e ha da poco pubblicato “L’arma economica. L’ascesa delle sanzioni come strumento della guerra moderna”, edito da Yale University Press – dice al Foglio: “In gergo si chiama sanzione ‘proiettile magico’, cioè una sanzione chirurgica e molto specifica” che non mira a indebolire un’economia in modo generalizzato, logorando il potere di chi è al governo, ma agisce con lo scopo di inibire una singola azione dell’avversario. La ricerca del “proiettile magico” continua: “Da questo punto di vista la sanzione più efficace è senza dubbio l’embargo sulle componenti ad alta tecnologia da parte degli Stati Uniti, dell’Unione europea e dell’estremo oriente democratico. Questo influenza la qualità e la quantità della produzione militare russa e, se la guerra sarà lunga, nei mesi vedremo un effetto progressivo direttamente sul campo di battaglia”.

 

Tornando all’esempio dei missili: pur avendo aerei di ultima generazione adatti a trasportare bombe guidate (con una tecnologia che permette di riconoscere l’obiettivo a distanza e raggiungerlo autonomamente), in Ucraina i jet russi usano spesso bombe molto più vecchie per cui sono costretti a volare basso per prendere bene la mira, ma in questo modo possono essere abbattuti dalla contraerea a corto raggio degli ucraini. Mulder dice che in questo caso non esiste una soluzione semplice, che i russi sostituiranno le armi avanzate con quelle meno avanzate e meno precise ma non si fermeranno per questo, però di difficoltà sul terreno come quelle dovute alla mancanza di missili guidati ne vedremo sempre più spesso.