(foto di Ansa)

guerra in cielo

Ecco cosa serve per evitare che gli aerei di Mosca abbiano la superiorità in Donbas

Cecilia Sala

La Russia non ha la superiorità aerea e l'Ucraina insiste: ci servono mezzi moderni. Per il momento a Kyiv gli alleati hanno fornito solo pezzi di ricambio per quelli danneggiati

Per il momento non arrivano nuovi aerei militari all’Ucraina. Il ministero della Difesa di Kyiv lo ripete da giorni e il portavoce del Pentagono John Kirby ha chiarito: “Non ci sono state spedizioni di aerei militari, ma solo di parti di essi”. Grazie a questo aiuto l’Ucraina può comunque aumentare la sua flotta di “un certo numero”, ha detto Kirby. Significa che non ci sono più aerei ma che alcuni di quelli danneggiati possono tornare in servizio. L’aviazione ucraina (anche fossero recuperate tutte le perdite con i pezzi di ricambio) è un decimo di quella russa e le Forze armate di Putin usano caccia di quarta generazione, come i Su-35 o i Mig-31, mentre i piloti ucraini viaggiano su aerei meno potenti e meno sicuri.

 

Sono preoccupati e l’ex generale dell’Aeronautica americana Herbert Carlisle, parlando con il Washington Post, ha detto che hanno ragione: “Sei fondamentalmente un bersaglio nell’aria se non hai le capacità moderne (quelle che ha il nemico). Non basta l’aereo, deve avere tutte le attrezzature sofisticate necessarie montate sopra”. Nonostante le difficoltà, i cieli sono ancora contesi e Mosca non ha raggiunto la superiorità aerea che ai blocchi di partenza sembrava scontata. Una delle spiegazioni dell’inefficienza russa è che, anche se i suoi jet possono sganciare missili a guida di precisione, i raid finora sono stati condotti soprattutto usando bombe senza nessuna tecnologia avanzata, quindi gli aerei dovevano volare bassi per riuscire a colpire il bersaglio, entrando così nel raggio dei missili spalleggiabili Stinger regalati dagli americani.

 

Agli Stinger poi si sono aggiunti gli Starstreak inglesi, ma non bastano più da quando il mese scorso la Russia ha intensificato le operazioni dell’aviazione e il numero di voli è cresciuto del cinquanta per cento. La media dall’inizio dell’invasione era stata di duecento raid al giorno, secondo gli ufficiali americani intorno al 20 marzo si è alzata a trecento. Con la guerra che si sposta nell’est c’è il rischio concreto che il numero salga ancora, perché i russi operano in una zona dove la loro presenza è più compatta e dove controllano meglio il territorio: usare l’aviazione è meno pericoloso di quanto non fosse per esempio a nord di Kyiv all’inizio dell’invasione e sono incentivati a farlo perché ora temono meno le perdite.

 

Dal 18 aprile c’è un bombardiere strategico Tu-22M che sorvola Mariupol e fino a poco tempo fa i russi avevano paura di far volare un aereo tanto prezioso. I siti di intelligence open source – che analizzano e verificano i filmati e le foto dal campo di battaglia – avvisano che da quando è cominciata l’offensiva del Donbas capita più spesso di trovare online materiale video recente in cui si vedono i jet che si muovono coordinati con le truppe di terra. 

 

Per evitare che l’aviazione di Putin prenda il sopravvento nei cieli del Donbas servono più sistemi antiaerei S-300 come quelli regalati dalla Slovacchia e più aerei. Secondo l’analista militare Tyler Rogoway, che è un esperto di aviazione, una soluzione semplice ci sarebbe: la Romania deve donare tutti i suoi MiG-21, che solo la settimana scorsa ha deciso di lasciare a terra potendoli sostituire con jet americani. Si tratta sempre di aerei di fabbricazione sovietica e piuttosto vecchi, ma il modello Lancer-C è potenziato e la tecnologia a bordo è di nuova generazione, in più per gli ucraini sono relativamente semplici da usare e non serve un lungo periodo di addestramento. Un regalo così, dice Rogoway, “può aumentare molto rapidamente le capacità di combattimento”. E in questo momento il tempo è prezioso. 

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