Foto LaPresse / Francois Mori 

EDITORIALI

L'impatto serio sull'economia

Redazione

Approvate altre sanzioni europee. Serve prepararsi all’embargo energetico 

I ministri delle Finanze dell’Eurogruppo oggi hanno inviato un messaggio rassicurante di fronte alla guerra di Vladimir Putin in Ucraina. “I fondamentali dell’area euro sono solidi”, anche se l’incertezza è aumentata “in modo significativo”, ha detto l’Eurogruppo in una dichiarazione. La politica fiscale rimarrà “agile e flessibile”. Ci saranno aiuti per cittadini e imprese, in particolare per alleggerire la bolletta. Ma nel 2023 la politica fiscale nel complesso dell’area euro deve passare da espansiva a neutrale. Anche se in maggio la Commissione potrebbe fare marcia indietro sulla riattivazione delle regole del Patto di stabilità, la raccomandazione per i paesi ad alto debito è di “iniziare un graduale aggiustamento fiscale”.

Insomma, niente panico: secondo l’Eurogruppo, sanzioni e controsanzioni, impennata dei prezzi dell’energia e inflazione sono gestibili. Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, è meno ottimista: l’impatto della guerra “sarà serio”, le previsioni di crescita al 4 per cento “non sono più realistiche” e il rischio di stagflazione va evitato reagendo “in modo forte insieme”. Gentiloni ha ragione a essere preoccupato. Il problema non sono le sanzioni adottate finora dall’Ue – oggi è stato approvato il quarto pacchetto con il divieto di esportazione dei beni di lusso e di importazione parziale di acciaio e dell’alluminio – ma quelle che l’Ue sarà chiamata ad adottare nelle prossime settimane. I bombardamenti sempre più intensi, le città affamate come Mariupol e il numero crescente di vittime civili – novanta bambini – a un certo punto obbligheranno l’Ue a decidere se imporre un embargo sulle importazioni di petrolio, gas e carbone. Il presidente dell’Eurogruppo, Pascal Donohoe, ha detto che qualsiasi decisione sull’energia “deve proteggere i nostri stessi interessi”. Ma in una guerra che l’Ue può combattere solo a colpi di sanzioni, privarsi dell’embargo energetico significa disarmarsi e continuare a finanziare la guerra di Putin.

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