Foto: Epa/Jose Senza Goulao

L'INTERVISTA

“L'Europa non si farà spaventare da Putin”. Parla il generale Graziano

Annalisa Chirico

"Senza una efficace e credibile capacità di difesa comune rischiamo di essere avvolti, e strangolati, dalle liane della storia”, dice il capo del comitato militare Ue

“L’Europa deve disporre di una efficace e credibile capacità di difesa comune. Altrimenti, come detto dal presidente Mario Draghi, rischiamo di essere avvolti, e strangolati, dalle liane della storia”, parte da qui il generale Claudio Graziano, a capo del Comitato militare Ue, la più alta autorità composta dai capi di stato maggiore della Difesa dei 27 paesi membri.

 

Se ci fosse stata una capacità di difesa comune europea, gli domandiamo, l’Ucraina sarebbe stata invasa?
“La difesa europea comune è uno strumento della politica di sicurezza e difesa comune. Non vi è dubbio che un’Europa capace di esprimersi con una singola voce avrebbe potuto giocare un ruolo assai più autorevole nelle fasi precedenti della crisi”.

I mancati investimenti nella difesa ci hanno reso più deboli?
“In questi anni non abbiamo smesso di pensare di preservare la pace in Europa, abbiamo semplicemente dato per acquisito il bene più grande. Ma proprio in quanto tale la pace e la libertà meritano di essere difese da chi pensa di poterne disporre a proprio piacimento”.

Siamo tornati alla guerra del Novecento, con bombe e rifugi sotterranei, altro che cyber.
“La guerra cyber non è una guerra a sé stante, non è il futuro di là da venire, è la nostra quotidianità ma le operazioni nel cyberspazio sono anche azioni preparatorie e complementari alla guerra tradizionale”.

La pubblicazione, sul sito di un’agenzia russa di stampa statale, di un articolo che celebrava la rapida annessione dell’Ucraina, ha svelato un errore di valutazione?
“Si puntava a prendere Kiev in poche ore ma questo non è successo perché l’Ucraina resiste e combatte per la propria libertà. Che si possa parlare di fallimento militare tout court aspetterei a dirlo. Per paradosso, più l’Ucraina resiste più Putin – che non può accettare un fallimento, pena la fine della sua era politica - aumenta l’intensità dei combattimenti”.

La Bussola strategica, che dovrebbe disegnare la nuova politica di sicurezza Ue, è stata concepita due anni fa: quando verrà approvata?
“L’approvazione è prevista entro marzo. È un documento di indirizzo strategico, lanciato nel 2020 sotto la presidenza di turno tedesca, che rafforza strutturalmente la costruzione di una difesa comune europea”.

Sono serviti migliaia di morti per dare una spinta alla difesa comune.
“L’ingiustificata aggressione all’Ucraina è stata l’ultima chiamata per l’Europa a farsi carico della responsabilità della propria difesa, un compito delegato, negli ultimi settant’anni, alla Nato. Non si tratta di superare gli eserciti nazionali ma di mettere insieme gli sforzi perché solo insieme potremo essere più forti e credibili”.

Come sarà articolata la forza Ue?
“Il cuore della nuova architettura è la EU Rapid Deployment Capacity, che conterà su una forza multinazionale di cinquemila unità, dotata di assetti navali e aerei necessari non solo per il trasporto e il supporto ma anche per la condotta di attività operative”. 

La Germania aumenterà la spesa militare, e l’Italia?
“L’annuncio del governo tedesco è un segnale che la storia del Vecchio Continente ha ripreso a correre ad un passo che non ritenevamo più possibile. L’Italia è un paese leader in Europa e uno dei più impegnati nell’ambito dell’Alleanza atlantica. Spero che faccia il possibile per continuare ad essere un protagonista di questa nuova pagina della storia europea e delle relazioni transatlantiche”.

E’ la prima volta che l’Ue arma un paese terzo: una svolta epocale?
“Il momento è storico per almeno due motivi. Il primo: in sole quattro ore i 27 paesi membri, oltre alle pesantissime sanzioni economiche, hanno deciso collegialmente di destinare cinquecento milioni di euro per sostenere militarmente l’Ucraina, un paese democratico ingiustamente aggredito. Il secondo è il valore politico di questa decisione che supera in un sol colpo le storiche resistenze in seno ad un’organizzazione che non aveva al centro dei suoi interessi la costruzione di una capacità militare”.

La minaccia nucleare è concreta?
“L’allerta nucleare ordinata da Mosca è un grave segnale di minaccia, non solo all’Ucraina ma a tutta l’Europa. Una escalation che dobbiamo fermare ed evitare con ogni mezzo diplomatico. L’invasione dell’Ucraina non può riportare le lancette della storia ai tempi della guerra fredda quando vivevamo nel terrore della guerra nucleare”.

Il presidente Zelensky ha esortato l’Europa a “dimostrare” di essere al fianco dell’Ucraina. Dobbiamo fare di più?
“Dobbiamo fare quel che è giusto, quando è giusto. In questo momento Putin non ci deve spaventare ma dobbiamo evitare eccessi di entusiasmo. Questo è il momento della saggezza, della calma e della fermezza”.

Sette banche russe sono stata escluse dal sistema Swift. Non quella di Gazprom.
“Credo che quello delle politiche energetiche sia il nodo strategico di ogni paese, in questi giorni prendiamo atto – per citare di nuovo il premier Draghi – della nostra ‘imprudenza’ di non aver diversificato maggiormente fonti di energia e fornitori negli ultimi decenni”.

Pechino non si è allineata alla Russia, e spinge le parti sulla via del negoziato.
“A differenza di noi occidentali, la Cina ragiona con orizzonti secolari. Nel 2015 ha lanciato il piano strategico nazionale Made in China 2025 con l’obiettivo di fare della Cina il leader globale nell’industria 4.0. Già negli anni ‘90 il Partito comunista cinese tratteggiava la strategia ‘military-civil fusion’ con l’obiettivo di trasformare l’esercito cinese nella prima forza militare al mondo entro il 2049. Ora sono defilati perché non rientra nei loro piani”.

Il ministro degli Esteri russo ha ribadito che per la Russia “è inaccettabile che alcuni paesi europei ospitino armi nucleari degli Usa”. Per i russi la red line resta l’adesione alla Nato?
“La Nato è un’alleanza difensiva. Il suo core business è la difesa collettiva degli spazi euroatlantici, e quindi anche la deterrenza e la dissuasione nucleare. Non si è espansa con la forza o aggredendo militarmente paesi sovrani. Ha accolto tra gli alleati chi aveva fatto richiesta”.

 

Per l’Ucraina potrebbe funzionare il modello neutrale della Finlandia, come teorizzava già nel 2014 Henry Kissinger?
La neutralità non deve essere l’imposizione di uno stato terzo ma la libera decisione di uno stato sovrano”.
 

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