Le misure di Washington

Biden sanziona "l'inizio dell'invasione" della Russia in Ucraina

Paola Peduzzi

Il presidente americano annuncia la prima tranche di misure restrittive contro Putin che non ha il diritto di ridefinire i confini degli altri paesi né di negare il diritto dell'Ucraina di esistere

“Invasione” è la linea rossa: se le azioni di Vladimir Putin sono definite un’invasione, le sanzioni devono essere “massicce”, come ha ripetuto in passato il presidente americano Joe Biden. Per questo nelle ultime ventiquattro ore il mondo della geopolitica si è diviso in chi dice invasione e chi no. Ma soprattutto: da che parte sta Biden? Il presidente ha personalmente dissolto ogni ambiguità, mentre i repubblicani all’opposizione gli davano comunque, in modo preventivo, dell’“impotente”.  Biden ha detto che si tratta di invasione e che sono state messe delle sanzioni molto più grandi di quelle decise nel 2014 quando Putin fece l’annessione della Crimea. Il principio adottato è: se Mosca va avanti con la sua escalation, “in evidente violazione della legge internazionale”, gli Stati Uniti andranno avanti con sanzioni più grandi. Biden ha chiesto: “In nome di dio, secondo Putin chi gli ha dato il diretto di decidere i confini” dei paesi sovrani?

 

Biden ha riconfermato che l’azione occidentale è coordinata e che sta lavorando assieme agli alleati per dare una risposta decisa alle pretese russe di “inglobare un grosso pezzo di Ucraina”. Lunedì sera le due immagini si erano fissate in parallelo: Putin seduto alla scrivania firma il decreto di riconoscimento dell’indipendenza delle repubbliche di Luhansk e Donetsk, nell’est dell’Ucraina; seduto alla scrivania dello studio ovale, Biden firma l’ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti, commerci e finanziamenti da parte di entità americane con persone che operano nelle cosiddette repubbliche popolari del Donbas. Queste misure sono separate e in aggiunta alle altre misure sanzionatorie preparate dagli alleati.

  
La prima tranche quindi comprende sanzioni a due banche russe, la Veb e la banca legata all’esercito; il debito sovrano russo sarà messo sotto sanzioni, così la Russia non potrà “raccogliere fondi dall’occidente e non potrà avere accesso al mercato secondario americano ed europeo. 

  
Saranno poi sanzionate delle famiglie prominenti della Russia e i loro parenti a partire da oggi, e la seconda tranche, se Putin dovesse continuare con la sua offensiva, è già pronta.

 

Biden ha anche detto di aver inviato altro materiale a Kiev per “l’assistenza nella difesa”, mentre altre truppe della Nato sono state dispiegate nel lato est dell’Alleanza, nei paesi baltici. “Voglio essere chiaro”, ha spiegato Biden: “Le nostre sono mosse difensive, non abbiamo alcuna intenzione di combattere contro la Russia. Vogliamo inviare però un messaggio che non può essere equivocato: gli Stati Uniti, assieme ai nostri alleati, difenderà ogni centimetro del territorio della Nato e rispetterà gli impegni presi con gli alleati”.

  

Sintetico e diretto, in netto contrasto con il soliloquio con cui lunedì sera Putin ha riscritto la storia del Novecento ucraino e russo, Biden ha definito il riconoscimento russo delle regioni del Donbas “una provocazione politica”: “Nulla nelle cose dette da Putin indica la volontà di un dialogo sulla sicurezza europea del 2022. Ha attaccato direttamente il diritto dell’Ucraina di esistere”. Le cosiddette “preoccupazioni” russe sull’espansionismo della Nato cui lo stesso Biden all’inizio dell’anno aveva voluto dare un seguito ora sono state smentite dai fatti: le illusioni sono finite, o devono farlo. Il presidente americano da un lato lascia spazio alla possibilità che Putin decida di fermarsi: per questo non ha messo nelle sanzioni le banche russe più popolari che hanno un impatto molto concreto sulla vita quotidiana dei russi. Dall’altro però non ha escluso che il presidente russo sia soltanto all’inizio e che possa puntare verso Kiev, se non militarmente agevolando una destabilizzazione politica.

  

Dopo il discorso di Biden molti hanno detto: poteva fare di più. Rispetto all’inizio della giornata in cui l’Amministrazione faceva fatica a dire l’“i-word”, la parola invasione, la posizione del presidente è diventata molto più da falco, aiutato anche dalla dichiarazione tedesca di sospendere temporaneamente Nord Stream 2. La strategia di Washington prevede la massima trasparenza nell’intelligence, il coordinamento continuo con l’Europa e il sostegno militare. L’opposizione repubblicana, quella stessa che con Donald Trump non si agitava più di tanto per l’aggressività russa, dice che Biden aveva detto che avrebbe evitato la guerra e invece la guerra è successa. Non è vero, e ora c’è anche un piano se la guerra continua.  
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi