(foto EPA)

Il Grean deal europeo

Tutti i fronti e le divisioni sulla tassonomia dell'Ue

David Carretta

La Commissione non vuole fare passi indietro. Le critiche aumentano e non vengono solo dai paesi membri. Troppi compromessi

Bruxelles. La Commissione europea oggi presenterà formalmente la sua proposta per inserire gas e nucleare nella tassonomia, la classificazione degli investimenti considerati in linea con il Green deal, nonostante il rischio di innescare un conflitto tra stati membri e una rivolta del Parlamento europeo. La bozza della proposta è già stata inviata per consultazioni alle capitali il 31 dicembre 2021, poche ore prima della mezzanotte, con settimane di ritardo rispetto al calendario iniziale. Quel documento era già stato il risultato di un complicato gioco di equilibrismo per tenere conto delle esigenze di grandi paesi su fronti contrapposti in termini di mix energetici e visione sulle tecnologie del futuro per combattere il cambiamento climatico.

La Germania ha guidato il fronte dei paesi che sostengono il gas come energia di transizione per sostituire il carbone. La Francia si è messa alla testa del gruppo di stati membri che puntano sul nucleare come fonte a basse emissioni. Ogni dettaglio della tassonomia può spostare decine di miliardi, sottraendoli alle rinnovabili, all’idrogeno o alle batterie. La bozza ha già provocato un’ondata di critiche da parte di governi, deputati europei, esperti e istituzioni come la Banca europea per gli investimenti. Ma la Commissione non intende modificare la proposta in modo sostanziale e, in nome di un compromesso politico tra i pro gas e i pro nucleare, rischia di minare la credibilità della tassonomia del Green deal.

La posta in gioco della tassonomia è enorme: la classificazione degli investimenti sostenibili servirà da guida a governi, banche e fondi per orientare centinaia di miliardi per realizzare gli obiettivi della transizione climatica dell’Ue. Che si tratti di regole bancarie o fiscali, gli investimenti verdi avranno un trattamento di favore. La Banca centrale europea ha lanciato un piano d’azione che prevede di tenere conto dei rischi connessi al cambiamento climatico negli acquisti di titoli del settore societario per i portafogli di politica monetaria. Sulla riforma del Patto di stabilità è emersa con forza la proposta di una “Golden rule verde” e la tassonomia dovrebbe servire da base per decidere quali investimenti escludere dalle regole su deficit e debito. Tra gli stati membri schieramenti e interessi si contrappongono e sovrappongono. Germania, Spagna, Austria, Danimarca, Portogallo e Lussemburgo sono contro il nucleare.

Paesi Bassi, Svezia, Austria e Danimarca hanno scritto una lettera per chiedere di escludere gran parte del gas. Germania, Italia e paesi dell’est vorrebbero regole più blande sul gas, giustificandosi con l’uscita dal carbone. Ma è difficile che si formi la super maggioranza di 20 stati membri necessari a bocciare la proposta. Per contro, al Parlamento europeo sta crescendo l’opposizione e non è escluso che si raggiunga la maggioranza assoluta necessaria a rigettare la tassonomia. 

Comunque Austria e Lussemburgo hanno annunciato un ricorso davanti alla Corte di giustizia dell’Ue sulla base del parere espresso dalla Piattaforma sulla finanza sostenibile: il gruppo di esperti che consiglia la Commissione ha criticato le soglie per classificare come verdi le centrali elettriche a gas e il prolungamento delle vecchie centrali nucleari. Per la credibilità internazionale della tassonomia, è arrivato un giudizio devastante dalla Bei. Il suo presidente Werner Hoyer ha annunciato che non utilizzerà la classificazione dell’Ue, perché i parametri già stabiliti dalla Bei sono più adeguati alla sostenibilità di lungo periodo. L’accusa di Hoyer alla Commissione è di essersi concentrata troppo sugli interessi politici di breve periodo.

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