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editoriali

No l'Europa non vuole vietare né il vino né la birra

David Carretta

Un brindisi alla fake news (ennesima) sul divieto Ue contro gli alcolici. La storia è quella di un rapporto in preparazione alla Commissione speciale Beca "Beating Cancer" e prima di complottare varrebbe la pena capire il valore di una risoluzione politica del Parlamento europeo

Italia Oggi ha annunciato che "l'Europa vuole vietare vino e birra" e apriti cielo. Non c'è dubbio che qualche populista sarà pronto a saltare su questa fake news per denunciare l'Ue, Bruxelles e i complotti dell'ala salutista dell'internazionale sorosiana. Matteo Salvini o Giorgia Meloni li immaginiamo pronti con un tweet, se non addirittura un video-messaggio. La Coldiretti pubblicherà un lungo comunicato per spiegare che i cattivi euroburocrati vogliono uccidere la tradizione vinicola italiana? La realtà ovviamente è un'altra. Il titolo è falso. L'articolo a firma Luigi Chiarello contiene elementi veritieri, ma è tendenzioso e dimostra una palese ignoranza del valore di una risoluzione politica del Parlamento europeo. Un romanzo, insomma. La storia è quella di un rapporto in preparazione alla Commissione speciale Beca "Beating Cancer".

 L'Ue contro vino e birra? Ecco perché è una fake news

I deputati europei daranno un voto di orientamento sul piano d'azione contro i tumori. Ma, come è scritto alla fine del terzo paragrafo dell'articolo, "i risultati del rapporto, sebbene siano votati dall'Europarlamento, non hanno valenza normativa". La storia dovrebbe finire qui. E invece... E invece si costruisce il mondo parallelo e inesistente del complotto. Un "mandato politico" per costringere la Commissione con proposte regolamentari a colpire "il comparto alcolici, vino incluso" e via così con una serie di supposizioni campate per aria, tipo la fine delle sponsorizzazioni di alcolici nello sport e l'obbligo di aumentare la tassazione su vino e birra. Consolazione, secondo Italia Oggi: nel rapporto viene riconosciuto un "ruolo positivo della Dieta Mediterranea" e non si fa cenno a un altro maledetto complotto anti-italiano, cioè il Nutriscore.

  

La verità? Sicuramente esiste una minoranza di deputati "talebani del salutismo", alimentati da qualche micro lobby che vuole prendere di mira i prodotti alcolici. Del resto, al pari del tabacco, vino e birra non sono proprio prodotti sani: secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, i tumori erano la principale causa di decessi attribuibili all'alcol con una quota del 29 per cento, seguiti da cirrosi epatica (20 per cento) e malattie cardiovascolari (19 per cento). Qualcuno forse vorrebbe perfino vietarli, come all'epoca del proibizionismo americano, provocando danni ancora maggiori alla salute delle persone che ne fanno uso e abuso. Ma chiunque abbia un minimo di conoscenze dei meccanismi istituzionali e delle logiche politiche interne dell'Ue sa che nessuna istituzione europea proporrà di vietare il vino o la birra. La Commissione ha già chiarito in passato che non intende nemmeno ricorrere a etichettature penalizzante per Prosecco, Barolo, o Peroni.

 L'Europa non ha alcuna intenzione di vietare gli alcolici

"Di sicuro l'Ue non vieterà il vino e non etichetterà il vino come qualcosa di tossico", ha detto il 3 febbraio 2021 il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, presentando il piano europeo per battere il cancro. Già all'epoca la Coldiretti e i populisti avevano gridato al lupo. "Il vino è parte di quello che siamo e del nostro stile di vita", ha spiegato Schinas. Senza una proposta formale della Commissione, né il Parlamento europeo né il Consiglio dell'Ue possono far nulla. Ancor meno i quattro gatti talebani del salutismo. Però anche noi, come Italia Oggi, oggi abbiamo uno scoop. L'Ue ha introdotto un regolamento che ha abolito l'intelligenza, una direttiva che vieta di conoscere il valore delle risoluzioni del Parlamento europeo e una decisione antitrust che impone la concorrenza delle fake news.