in austria
Kurz lascia la politica. Oltre alla paternità ci sono altri guai
Il bambino prodigio dice che è stata la nascita di suo figlio ad aprirgli gli occhi. Il suo annuncio arriva nel giorno del commiato di Angela Merkel, di cui sognava di prendere il posto nel Ppe
Berlino. Fini incrociate, anzi opposte, di due ormai ex leader politici di area popolare, entrambi di lingua tedesca, entrambi cancellieri. In Austria il giovane Sebastian Kurz ha convocato una conferenza stampa per annunciare il suo ritiro dalla politica. Meno di due mesi fa il 35enne Kurz aveva dovuto lasciare la cancelliera federale travolto da un’inchiesta della magistratura che aveva messo in luce presunte false testimonianze e falsi ideologici, mazzette e sondaggi taroccati in cui sarebbe inciampato anni fa il giovanissimo astro nascente del partito popolare austriaco, diventato ministro degli Esteri di Vienna all'età di 27 anni. Anzi, secondo gli inquirenti austriaci, proprio sulle base dei reati contestati Kurz avrebbe costruito la sua fulminante carriera politica. A 31 anni, da ministro era diventato cancelliere e nessuno allora avrebbe potuto immaginare un finale tanto repentino. Kurz, che continua a professarsi innocente e che nelle scorse settimane ha chiesto – esaudito – al Parlamento di sospendere la sua immunità da parlamentare, ha lasciato spiegando gli austriaci che la vista di suo figlio appena nato all’ospedale lo ha convinto ad abbandonare la politica. Quanto all’inchiesta in corso: “Non sono un santo ma neppure un criminale” e il lavoro di capo del governo “richiede l’assunzione di decisioni senza sosta: non escludo di aver potuto compiere qualche scelta sbagliata”. Ringraziamenti di rito e via “all’ospedale da mia mia moglie e il bambino”.
Quella della paternità che lo avrebbe folgorato “è una farsa alla quale ovviamente non crede nessuno”, taglia corto al telefono da Vienna Laurenz Ennser-Jedenastik, professore di Scienze Politiche all’università della capitale. Più rilevante è capire quali saranno le sorti del governo turchese (il colore scelto da Kurz per l’Övp) e verde che a ottobre Kurz ha lasciato nelle mani del fido Alexander Schallenberg, già suo ministro degli Esteri. “Né i Verdi, ben contenti di governare, né i popolari in calo nei sondaggi hanno voglia di elezioni anticipate”, spiega il politologo. Travolta dalle dimissioni del suo leader giovane, la Övp deve dapprima riorganizzarsi e lo farà facendo leva da un lato sulle organizzazioni regionali, “tradizionalmente più forti di quella centrale” e puntando dall’altro sul ministro degli Interni Karl Nehammer, “che potrebbe presto sostituire Schallenberg come cancelliere”. Se così sarà, il presidente Alexander van der Bellen “vedrà il suo sesto cancelliere prima ancora della fine del suo primo mandato da capo dello Stato”, conclude Ennser-Jedenastik.
All’ingloriosa uscita di scena di Kurz fa da contraltare quella ordinata della cancelliera tedesca Angela Merkel. A sei giorni dall’insediamento del suo successore Olaf Scholz, Merkel ha guidato la conferenza Stato-Länder per mettere a punto un nuovo pacchetto di misure antipandemia. Nel pomeriggio la cerimonia ufficiale di congedo al ministero della Difesa con la fanfara della Bundeswehr in gran spolvero per dire addio alla leader venuta dall’est. Che per ricordare al paese che la Germania non è solo il ricco ovest (a colori), ha scelto come colonna sonora per i titoli di chiusura anche una divertente canzone di Nina Hagen del 1974 in cui una fidanzata si lamenta col proprio bello di aver portato la pellicola sbagliata “e le foto saranno tutte in bianco e nero” (che fa molto Ddr) e chi ci crederà alla nostra vacanza.
Per la cerimonia del großer Zapfenstreich con gli ottoni, i timpani e le torce, Merkel ha anche dovuto incassare le critiche preventive di alcuni giornali secondo cui la situazione della pandemia avrebbe dovuto consigliarle di rinunciare a una tradizione vecchia di 500 anni. Ma Merkel, regina di vacanze sobrie, spesa al supermercato e tailleur riciclati, appare immune dal vizio della vanagloria. La sua uscita di scena con le fanfare rende ancora più mesta quella di Kurz, nascosto dietro ai pannolini di un bebè.
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