AP Photo/Ariana Cubillos 

Vince Maduro

Affluenza bassa e paura. Le elezioni locali in Venezuela

Maurizio Stefanini

Le minacce a eventuali rapporti degli osservatori dell’Ue hanno caratterizzato la tornata elettorale amministrativa nel paese sudamericano

“Le vamos a buscar macho a todas”, troveremo un uomo a tutte, aveva promesso alle elettrici José Vicente Rangel Ávalos, sindaco chavista del municipio Sucre, stato di Miranda, in Venezuela. Presumibilmente non grazie a questa promessa, il partito di Nicolas Maduro ha vinto in Venezuela elezioni locali che erano le prime a cui ha partecipato tutta l’opposizione. Non ci sono ancora i dati per i 355 municipi, ma i governativi prenderebbero 20  stati 23, anche se c’è un distacco minimo con voti ancora da scrutinare a Táchira e a Barinas,  quest’ultimo è lo stato dove era nato Hugo Chávez. L’opposizione ha vinto a Cojedes con José Alberto Galíndez, della Tavola di unità democratica (Mud); a Nueva Esparta, stato dell’isola di Margarita, con Morel Rodríguez Ávila del nuovo partito Fuerza Vecinal; e soprattutto a Zulia, stato più popoloso del paese, con capoluogo Maracaibo. Lì è ridiventato per la terza volta governatore Manuel Rosales, che nel 2006 aveva sfidato Chávez come candidato presidenziale e poi era stato prigioniero politico.
Ma solo 8.151.792 cittadini si sono recati alle urne, su 20 milioni di iscritti – 41,8 per cento, minimo storico.

L’opposizione andava in ordine sparso: tra una Alleanza democratica delle opposizioni che aveva accettato di partecipare alle elezioni successive a quelle del 2017 e una Piattaforma unitaria con l’opposizione che aveva accettato di correre in queste per il negoziato col governo convocato in Messico (e ora bloccato da Maduro in rappresaglia all’estradizione negli Stati Uniti del suo faccendiere Alex Saab). Ma era palpabile la sfiducia della gente in un gioco elettorale sempre più spesso truccato in cui, quando l’opposizione vince, è sistematicamente esautorata.  

A Zulia poi, ci sono stati un morto e due feriti nel raid di un commando di chavisti, mentre un candidato ha denunciato di essere stato attaccato da gruppi armati. Significativo è il modo in cui Maduro ha minacciato di dare “risposte contundenti” per eventuali rapporti non graditi di una missione di osservatori dell’Ue cui  il gruppo del Ppe ha deciso di non partecipare proprio per la  mancanza di garanzie.

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